Palatoschisi e labioschisi: errore medico e conseguenze risarcitorie

Si stima che circa 1 neonato su 800 nasca con la palatoschisi, una deformazione del palato che, se non trattata, può avere gravi conseguenze. Una diagnosi non corretta o ritardata, infatti, può causare danni permanenti nel bambino sia all’udito e al linguaggio; una diagnosi precoce consente invece di intervenire chirurgicamente e di risolvere permanentemente il problema. I genitori, in caso di accertata negligenza medica, possono rivolgersi ad avvocati esperti per ottenere un risarcimento.

Negligenza medica nei bambini nati con palatoschisi e labioschisi

E’ stato stimato che un neonato su 750-800 nasce con labiopalatoschisi, una deformazione congenita della bocca che si verifica quando, all'inizio dello sviluppo fetale, il palato della bocca non si forma completamente, lasciando un'apertura o una fenditura che lo divide in due.

La fessura può essere localizzata più su un lato della bocca che sull'altro e può interessare solo il palato molle (quello posteriore) o l'intero palato.

Spesso i bambini nati con palatoschisi devono affrontare una serie di problemi di salute dovuti a difficoltà di alimentazione, perdita dell'udito, difficoltà di linguaggio e problemi odontoiatrici.

Per evitare tutto questo e nella speranza di poter migliorare la qualità della vita dei loro bambini molti genitori scelgono la chirurgia palatale; nel caso in cui l'intervento chirurgico non riesce, però, la delusione dei genitori è doppia e la convalescenza e le cure necessarie possono richiedere tempo.

Questo vale anche nel caso di una diagnosi tardiva che può rallentare l’esecuzione di eventuali interventi che possono migliorare la salute del bambino, sia nell’immediato che a lungo termine.

Soprattutto le madri che durante la gravidanza assumono specifici trattamenti contro la depressione dovrebbero essere informate delle correlazioni esistenti tra l’utilizzo di alcuni medicinali e la probabilità di avere un figlio con malformazioni alla bocca come il labbro leporino.

In caso di mancata comunicazione, sia l’azienda produttrice che il medico possono essere ritenuti responsabili.

Se i medici sono negligenti nel diagnosticare o nel trattare casi di palatoschisi con conseguenze negative sulla salute dei bambini, i genitori devono conoscere i loro diritti rivolgendosi ad avvocati specializzati in modo da ottenere un eventuale risarcimento del danno.

Fattori di rischio di palatoschisi

La palatoschisi è una condizione causata da una combinazione di fattori genetici e ambientali. I fumatori, i diabetici e le donne che assumono determinati medicinali hanno un rischio maggiore di partorire bambini con questo difetto congenito al palato.

L’utilizzo di trattamenti per le convulsioni in gravidanza, per esempio, è correlato a un aumentato rischio di labbro leporino nei nascituri.

I ricercatori aggiornano continuamente la lista dei trattamenti che aumentano il rischio di palatoschisi nei neonati; tra questi si sono rilevati potenzialmente rischiosi in particolare trattamenti farmaceutici contro la depressione, l’epilessia e l’obesità.

Una volta diagnosticati, o tramite ecografia fetale o alla prima visita del neonato, uno o entrambi i difetti (sia il labbro leporino che la palatoschisi) possono essere corretti chirurgicamente attraverso una o più procedure chirurgiche.

Intervento chirurgico per la palatoschisi

I bambini nati con palatoschisi possono essere sottoposti a un intervento chirurgico entro i sei mesi di vita per gestire immediatamente i sintomi.

In genere, il pediatra assiste il bambino in preparazione all’intervento chirurgico aiutando i genitori nell’alimentazione e valutandone l’udito nelle prime sei settimane. Successivamente il bambino può sottoporsi alla prima chirurgia del palato (palatoplastica), seguita da un altro intervento chirurgico prima che il bambino compia un anno.

Il più delle volte, grazie a una conoscenza sempre maggiore della patologia, l’intervento chirurgico risolve il problema. La palatoplastica, infatti, consente la chiusura della fessura nel palato, il modellamento del palato molle per un miglioramento della pronuncia, il taglio del palato per allentare la tensione del tessuto e il follow-up con eventuali aggiustamenti man mano che il bambino cresce.

I chirurghi pediatrici raccomandano la palatoplastica nel primo anno di vita del bambino, ma potrebbero essere necessari ulteriori interventi nel tempo.

Quando il bambino inizia a parlare, intorno ai 18 mesi, il pediatra (o uno logopedista) valuta la capacità di linguaggio e l'udito del bambino con controlli periodici fino all'età scolare: dai cinque ai quindici anni viene monitorato in particolare lo sviluppo della bocca e in caso di persistente difficoltà di linguaggio può essere necessaria una ulteriore palatoplastica o altri interventi chirurgici per mantenere ottimale la funzionalità della mascella e dei denti man mano che quelli permanenti crescono.

Una volta adolescente, potrebbe essere necessario un innesto osseo per riparare ulteriori fessure e sostenere cure ortodontiche o un intervento chirurgico alla mascella.

I bambini necessitano quindi di controlli continui, cure personalizzate e interventi chirurgici pediatrici orali per i primi 15 anni della loro vita.

Errori medici nella diagnosi e nel trattamento della palatoschisi

Nonostante gli interventi chirurgici per la palatoschisi riusciti superino di molto quelli falliti, a volte può entrare in gioco l'errore umano con gravi conseguenze. Gli errori medici, commessi sia durante l’intervento chirurgico che nell’elaborazione della diagnosi e nella gestione postoperatoria, sono all'origine di denunce per negligenza medica con conseguenti risarcimenti economici per il bambino lesionato.

Le diagnosi mancate ritardano il trattamento e prolungano la sofferenza, mentre gli errori chirurgici possono causare gravi danni come lesioni cerebrali.

Anche un follow-up inadeguato può avere conseguenze sul bambino con un aumentato rischio di infezioni o di ulteriori interventi chirurgici.

Per una corretta diagnosi della palatoschisi, i medici devono posizionare le dita sul tetto della bocca del neonato poiché il difetto potrebbe non essere evidente dall'esterno; se questo primo controllo postnatale non viene eseguito la diagnosi non può essere effettuata.

I genitori di un bambino affetto da palatoschisi non diagnosticata potrebbero non capire perché il neonato mostra difficoltà nel mangiare o nel respirare o perché è soggetto a ricorrenti infezioni dell’orecchio che con conseguenti dolori che non si attenuano con antidolorifici o con rimedi casalinghi.

Poiché la diagnosi precoce consente di intervenire chirurgicamente prima che il bambino compia un anno, la mancata diagnosi potrebbe causare inutili sofferenze sia al bambino che ai suoi genitori.

Un intervento chirurgico eseguito più in là nel tempo, inoltre, può essere molto più complesso.

La mancanza di una diagnosi o di un piano terapeutico adeguato, quindi, non permettono al bambino di risolvere tempestivamente il difetto mediante intervento chirurgico né di sfruttare al massimo le sue potenzialità provando sofferenze altrimenti evitabili e rimanendo indietro nel percorso scolastico nel caso in cui non riesca a sentire o parlare chiaramente.

Un bambino che non sia stato sottoposto a intervento chirurgico tempestivo, infatti, potrebbe necessitare di apparecchi acustici e di sedute di logopedia a vita.

La chirurgia del palato, comunque, comporta rischi che vanno al di là dei comuni rischi chirurgici quali infezioni, emorragie e reazioni all’anestetico: il palato, infatti, contiene nervi e vasi sanguigni che, se recisi accidentalmente, possono causare paralisi facciale o altre complicazioni, tra le quali lesioni cerebrali.

Inoltre, se il chirurgo interviene sul lato sbagliato della bocca la fessura non viene riparata sottoponendo il bambino a un ulteriore intervento chirurgo per operare il lato corretto.

Altre condotte mediche erronee includono errori terapeutici, come la reazione a farmaci per allergie non precedentemente monitorare o la cattiva gestione del dolore postoperatorio e dei farmaci per contrastare le infezioni.

I medicinali somministrati, infatti, possono contenere sostanze a cui il bambino è allergico, essere inadeguati per l'età del bambino o essere dosati nella quantità sbagliata, il che può portare a reazioni avverse devastanti.

Anche se il medico prescrive il farmaco giusto, infatti, un dosaggio errato per l’età e il peso del bambino può causare danni indesiderati.

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