Il politrauma è la prima causa di morte per le persone sotto i 40 anni. Gli incidenti stradali sono la causa principale di trauma grave in Italia (65% del totale). Il 33% dei feriti muore prima di arrivare in ospedale menttre il 17% durante il ricovero. L'indice di sopravvivenza è tra il 32% al 50%.
Si definisce politraumatizzato un paziente con due lesioni traumatiche in più organi o apparati, con compromissione della funzione respiratoria e/o circolatoria. La causa principale di morte è lo shock emorragico.
Le basilari regole di condotta da osservare in caso di trattamento di paziente politraumatizzato possono essere ricavate dal seguente estratto di un fondamentale articolo di Donald D. Trunkey pubblicato nel 1991 nel N.Engl.J.Med.. “L’istituzione di priorità di cura per il politraumatizzato risulterà nella rapida analisi del paziente, in una indagine primaria, in una indagine secondaria e nella giusta utilizzazione della diagnostica e delle tecniche terapeutiche per la rianimazione“.
LINEE GUIDA ATLS
L’obiettivo del trattamento iniziale è quello identificare i pazienti in pericolo di vita se non assistiti immediatamente la pianificazione degli interventi “critici” da effettuare sulla scena dell’evento.
L’osservazione primaria deve avere ad oggetto i seguenti aspetti: vie aeree, respirazione e circolazione.
Quanto alle vie aeree sarà necessario assicurarne e mantenerne la pervietà, immobilizzare il rachide cervicale e somministrare O2 con ventimask con 40-50% di Fi02.
Quanto alla respirazione sarà necessario verificare la presenza dell’attività respiratoria, valutare l’escursione toracica e la frequenza respiratoria, MV bilaterale e saturimetria.
In ordine alla circolazione bisognerà misurare la frequenza cardiaca, il ritmo cardiaco, valutare il turgore delle vene giugulari ed eseguire ECG.
Fin dalla prima osservazione è già possibile osservare condizioni come:
› inadeguata attività ventilatoria conseguente a pneumotorace iperteso o respiro paradosso (lembo costale mobile);
› grave stato di shock conseguente a pneumotorace iperteso (cardiogeno) o tamponamento cardiaco o grave emorragia
Nel politrauma la prognosi è compromessa severamente dalla presenza di lesioni cardiovascolari
Il tasso di mortalità del politraumatizzato è molto elevata. Può verificarsi decesso immediato a causa di gravi lesioni cardiache, rotture di grandi vasi. Il decesso precoce si verifica nell’arco temporale tra i 30 minuti e le 3 ore dal trauma.
Il trauma toracico è associato sia a danno diretto a carico della funzione respiratoria e cardio-vascolare che a lesioni multiple cranio-vascolari, addominali e scheletriche.
RAZIONALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
Nel paziente instabile con con politrauma la mortalità aumenta dell’1% ogni 3’ di permanenza in pronto soccorso.
In assenza di emorragie esterne ed una volta esclusi tamponamento cardiaco, emorragia intratoracica, emorragia intratoracica, trauma cranico grave, fratture gravi del bacino o multiple degli arti deve essere sospettato emoperitoneo.
È necessario dare priorità di trattamento ai traumi toraco-addominali maggiori, rilevare la presenza di emoperitoneo.