Sindrome della cauda equina: ritardo nella diagnosi e nel trattamento

La sindrome della cauda equina è un'emergenza medica che richiede una diagnosi tempestiva e un trattamento immediato per evitare danni permanenti. Un ritardo nella diagnosi o nell'intervento può comportare conseguenze gravissime che possono compromettere in modo irreversibile la qualità della vita del paziente, configurando il diritto della vittima ad ottenere il risarcimento del danno.

Comprendere in quali casi un ritardo nel trattamento della sindrome della cauda equina può configurare un caso di responsabilità medico-sanitaria  è molto importante per tutelare i diritti del paziente danneggiato.

La sindrome della cauda equina

La sindrome della cauda equina è una condizione rara ma molto grave che si verifica quando viene esercitata una pressione eccessiva sulla cauda equina, un fascio di nervi situato all'estremità inferiore del midollo spinale.

Questa pressione interrompe la normale funzione dei nervi causando dolore e interferendo con la trasmissione dei segnali neurali attraverso la parte inferiore della colonna vertebrale. Ernie del disco, stenosi spinale, lesioni traumatiche, infezioni o infiammazioni e tumori nel canale spinale o nei tessuti circostanti sono alcune delle cause di questa sindrome.

I sintomi includono:

  • Grave dolore lombare
  • Sciatica
  • Intorpidimento
  • Formicolio o debolezza alle gambe o ai piedi
  • Perdita del controllo della vescica o dell'intestino
  • Disfunzione sessuale
  • Anestesia “a sella”: perdita di sensibilità nei glutei, nella zona genitale e nella parte interna delle cosce

Questi sintomi possono variare a seconda della gravità e della causa sottostante la condizione e da paziente a paziente; inoltre, molti di questi sintomi possono peggiorare nel tempo se la compressione sui nervi coinvolti non viene alleviata.

Ritardo nel trattamento della sindrome della cauda equina e negligenza medica

Una diagnosi e un trattamento tempestivi, generalmente entro 24 ore dall'insorgenza dei sintomi, sono cruciali per prevenire gravi complicazioni neurologiche e garantire le migliori possibilità di recupero per il paziente.

Poiché i sintomi iniziali della sindrome possono somigliare a quelli di condizioni meno gravi, è fondamentale che i medici effettuino test diagnostici specifici per confermare la diagnosi e intervenire prontamente.

Una volta confermata la diagnosi è necessario intervenire chirurgicamente per alleviare la pressione e prevenire ulteriori danni neurologici.

Se a causa di un errore diagnostico e di un trattamento tardivo il paziente subisce danni, la struttura sanitaria può essere tenuta a versargli il risarcimento del danno.

Nello specifico, la sindrome della cauda equina può essere diagnosticata tardivamente o non diagnosticata a causa di:

-Mancato riconoscimento dei sintomi

I sintomi della sindrome della cauda equina possono essere severi e peggiorare rapidamente. Non riconoscere la gravità e l'urgenza di questi segnali potrebbe configurare un caso di colpa medica.

Se un paziente manifesta i sintomi tipici della sindrome e viene dimesso senza ulteriori accertamenti o senza essere indirizzato a uno specialista, questa mancanza di intervento potrebbe rappresentare un errore grave con potenziali conseguenze legali e cliniche.

-Diagnosi errata

In alcuni casi, i sintomi della sindrome possono essere attribuiti a condizioni cliniche meno gravi e possono essere prescritti trattamenti inappropriati. Ad esempio, diagnosticare in un paziente una semplice sciatica e prescrivere la sola fisioterapia senza prima eseguire una risonanza magnetica o altri test per escludere la sindrome della cauda equina, potrebbe essere considerata negligenza medica, soprattutto se le condizioni del paziente peggiorano a causa del ritardo diagnostico.

-Ritardi nel trattamento

Una volta diagnosticata la sindrome, è spesso necessario intervenire chirurgicamente entro 24-48 ore dall'insorgenza dei sintomi per alleviare la pressione sulle radici nervose e prevenire danni permanenti. Ritardi nell'esecuzione dell'intervento, causati da problemi nei protocolli ospedalieri, mancanza di urgenza da parte del personale medico o ostacoli amministrativi, possono rappresentare una base per una richiesta di risarcimento per colpa medica. Ad esempio, un paziente a cui è stata diagnosticata la sindrome che non riceve il trattamento chirurgico fino a quattro giorni dopo la diagnosi e subisce una paralisi permanente, potrebbe avere fondati motivi per intraprendere un'azione legale per negligenza.

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  • Danno psico-fisico
  • Danno esistenziale*
  • Danno morale*
  • Perdita di reddito e chance di lavoro*

*Risarcimento ottenibile anche dai familiari della vittima.

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