Danni neurologici causati da malasanità

Assistenza legale e medico legale - risarcimento del danno

Lo Studio Stefano Gallo è composto da avvocati con esperienza nell'assistenza alle vittime di malasanità.

Se tu o un tuo parente avete subito un danno neurologico a causa di negligenza, imperizia o imprudenza medica, potreste aver diritto ad un risarcimento.

Per ottenere un inquadramento gratuito del caso contatta i nostri avvocati.

Lesioni neurologiche

Non c'è dubbio che molte lesioni neurologiche peggiorano indipendentemente da colpe mediche.

E 'anche vero che i neurologi, considerata la complessità della branca della medicina in cui sono specializzati, sono tra i medici più brillanti e capaci.

Nonostante ciò, a volte, l'inesperienza di alcuni professionisti o la disorganizzazione ospedaliera e gli eccessivi carichi di lavoro possono favorire episodi di malasanità da cui scaturiscono lesioni gravi del paziente.

E' possibile, inoltre, che i segni e/o i sintomi di lesioni neurologiche che avrebbero dovuto imporre una visita da parte di un neurologo competente, non vengano rilevati.

Per maggiori informazioni:

Tipi di errori all'origine dei danni neurologici da malasanità

I tipi più comuni di errori in campo neurologico sono i seguenti:

Esempi di danni neurologici causati da omissioni di trattamento o errori nella chirurgia

Il codice deontologico non consente all'avvocato di pubblicare sul proprio sito le sentenze o le CTU favorevoli ottenute. Ci limiteremo pertanto a riportare alcuni casi tipo di responsabilità medica in neurologia.

Vi invitiamo, tuttavia, a non utilizzare i casi illustrati per attribuire un valore al vostro caso specifico. Il risultato di ciascun caso di pende da una serie di fattori, tra cui la qualità degli avvocati coinvolti, la competenza del ctu ed altri fattori che rendono impossibile stabilire con certezza come possa concludersi un caso avente determinate caratteristiche.

Fatta tale premessa, si illustrano di seguito alcuni esempi riguardanti la branca della neurologia:

  • Un uomo di 40 anni, dopo una serie di cadute ricorrenti, viene visitato da un neurologo il quale pone diagnosi di miastenia gravis - una condizione che provoca stanchezza e debolezza muscolare - e prescrive un farmaco per stimolare i nervi. Due anni più tardi, su proposta del neurologo, l'uomo viene sottoposto a rimozione del timo. Gli vengono poi prescritti farmaci aggiuntivi e sedute bisettimanali per la rimozione e la sostituzione del plasma sanguigno. Passati alcuni anni senza risolvere il problema, l'uomo viene visitato da altro neurologo che scopre che le cadute erano invece dovute a cataplessia. L'uomo cita in giudizio la struttura sanitaria del primo neurologo, sostenendo che questo aveva mal diagnosticato la sua condizione causando anni di trattamenti non necessari e stress e forte depressione documenta da certificati medici. I consulente della parte attrice, un neurologo, del querelante sostiene che la miastenia gravis non risultava dai risultati degli esami fatti al paziente e che la diagnosi errata costituiva una deviazione dallo standard di cura.
  • Una donna di 56 anni viene sottoposto a colangiopancreatografia endoscopica retrogradaun'esplorazione chirurgica dei dotti biliari del tratto gastrointestinale. Dopo l'intervento, chirurgico, la paziente comincia ad avvertire cambiamenti drastici nel suo stato mentale, in termini sia di peggioramento dell'eloquio che delle capacità cognitive. Un neurologo rileva che la donna, durante la procedura, aveva subito un ictus con conseguenti danni cerebrali. La donna cita in giudizio la struttura sanitaria in cui era stata eseguita la colangiopancreatografia endoscopica retrograda. Il consulente della parte danneggiata, un gastroenterologo, sostiene che il gastroenterologo della struttura sanitaria convenuta avrebbe potuto affrontare la condizione del paziente attraverso studi radiologici. Inoltre, evidenzia che la struttura sanitaria non aveva fornito correttamente il consenso informato al paziente, omettendo di suggerire una procedura alternativa meno invasiva. Afferma, in ultimo, che la struttura convenuta  aveva omesso di trattare la complicanza occorsa alla paziente.
  • Una maestra di sostegno di 45 anni viene sottoposta a visita ortopedica, lamentando di trascinare il piede destro durante la camminata. L'ortopedico lo invia ad un neurologo che pone diagnosi di sclerosi multipla. Tuttavia, le immagini della risonanza magnetica dell'encefalo e della colonna vertebrale cervicale e toracica non indicano tale condizione. La risonanza magnetica evidenzia, invece, un'ernia del disco che, al momento dell'esame, non viene diagnosticata. La condizione della donna peggiora fino a comportare incontinenza della vescica e fecale. La donna si sottopone a visita da un secondo neurologo che, senza notare l'ernia del disco, conferma la sclerosi multipla e fa eseguire esami ulteriori, tra cui risonanze magnetiche cerebrali. Come in precedenza, gli esami non indicano sclerosi multipla. Solo due anni dopo la prima risonanza magnetica, l'ernia del disco viene correttamente diagnosticata e trattata. La paziente ha qualche miglioramento, ma viene dimessa con prescrizione di un deambulatore e con problemi di incontinenza urinaria e fecale. La paziente cita in giudizio sia la struttura sanitaria del radiologo e del primo neurologo per non aver per diagnosticato tempestivamente l'ernia del disco. La struttura convenuta sostiene, quanto alla condotta del radiologo, che le risonanze magnetiche sono state interpretate correttamente, mentre in ordine alle condotte del neurologo, nega qualsiasi sua deviazione dalle leges artis.
  • Un uomo di 46 anni si reca al pronto soccorso a causa di mal di testa costante, difficoltà di parola, e confusione mentale protrattesi per otto mesi. Viene ricoverato in terapia intensiva dove, in seguito a TAC e RM,  il neurochirurgo ed il neurologo pongono la diagnosi di idrocefalo. Predispongono, per la mattina seguente, l'inserimento di sistema shunt volto a drenare il liquido. Tuttavia, il neurochirurgo, dopo aver esaminato i risultati di una misurazione della pressione intracranica, stabilisce che l'uomo non è affetto da idrocefalo. Il paziente viene dimesso con indicazione di fissare un appuntamento con un endocrinologo. Due mesi più tardi, l'uomo viene trovato morto nella sua camera da letto da sua figlia di 12 anni. La moglie citato in giudizio l'ospedale, il neurologo, e neurochirurgo per negligenza medica. L'attrice sostiene che i medici convenuti non sono riusciti a diagnosticare e trattare l'idrocefalo del marito. I convenuti negano tutte le accuse e sostengono che avrebbero deciso di non inserire lo shunt poiché gli esami eseguiti sono stati inconcludenti.
  • Un uomo di 34 anni viene visitato dal suo medico di base per tre anni per dolore cronico alla schiena cronico e all'anca, debolezza in una gamba e problemi di equilibrio. Il medico non prescrive esami neurologici. Al persistere dei sintomi, il paziente si reca in un pronto soccorso locale, dove viene diagnosticato e rimosso un grande tumore benigno del midollo spinale. Purtroppo, in seguito al detto intervento, la donna rimane gravemente disabile. La donna cita il medico di base per non aver consentito di diagnosticare tempestivamente il suo tumore, sostenendo che, in caso di trattamento tempestivo, sarebbe stata in grado di condurre una vita normale. I convenuti negano le affermazioni dell'attore sostenendo che i sintomi del tumore non erano stati comunicati e che la disabilità del paziente è molto inferiore rispetto a quanto lamentato.
  • Un uomo di 28 anni, in seguito a mal di testa ed intorpidimento del viso si reca al pronto soccorso. Dopo essere stato visitato da uno specialista di malattie infettive e da un neurologo, gli vengono raccomandati diversi studi di laboratorio al fine di determinare la causa dei sintomi. Lo specialista di malattie infettive consiglia un test HIV, anche se l'uomo nega di avere eventuali fattori di rischio di HIV. Poco dopo l'esecuzione dell'esame, l'uomo viene informato che i risultato è positivo ed  avviato immediatamente il trattamento per l'HIV. Gli vengono prescritti farmaci citotossici. Dopo le dimissioni si è travato costretto a dover informare la sua famiglia e le persone a lui care della sua positività all'HIV. Tuttavia, non molto tempo dopo, viene contattato dalla specialista in malattie infettive che lo informa che c'era stato un errore e che non era sieropositivo. L'uomo cita in giudizio lo specialista in malattie infettive e l'ospedale per imperizia, chiedendo il risarcimento del danno biologico-esistenziale e morale. Il danneggiato sottolinea di essere stato sottoposto a farmaci altamente tossici a causa dell'imperizia dei convenuti. Questi ultimi negano la responsabilità, sostenendo che i risultati erano stati interpretati correttamente.

Aspetti del contenzioso per danni neurologici da malasanità

Lo studio Stefano Gallo può assisterti in relazione alle seguenti condizioni derivanti da danni neurologici da malasanità:

  • Coma
  • Stati confusionali, delirio, e l'amnesia
  • Sclerosi multipla e malattie demielinizzanti
  • Demenza
  • Cefalea e dolore facciale
  • Arterite Temporale (cellule giganti)
  • Neuro-Oftalmologia
  • Convulsioni ed epilessia
  • Sincope e vertigini
  • Disturbi del movimento
  • Ictus ischemico ed emorragico
  • Terapia trombolitica
  • Morbo di Parkinson
  • Morbo di Alzheimer
  • Paralisi, paraplegia, tetraplegia
  • Tremore, mioclono, distonia, e tic
  • Meningite ed encefalite
  • Idrocefalo, shunt ventricoloperitoneali (VP)
  • Pseudotumori cerebrali
  • Traumi craniocerebrali
  • Miastenia grave
  • Distrofia muscolare
  • Discinesia tardiva

Pensi che il danno neurologico subito da te o da un tuo parente sia stato causato da colpa medica?

Gli avvocati dello Studio Legale Stefano Gallo, sono specializzati in lesioni causate da negligenza, imprudenza o imperizia del medico e quindi anche in casi danni neurologici causati da errori chirurgici o da errori nella diagnosi e nel trattamento.

Il risarcimento può essere ottenuto solo in presenza dei presupposti sopra descritti. Un attenta analisi del caso da parte di medici legali esperti è, perciò, fondamentale.

Lo studio legale Stefano Gallo è sito in Roma e segue i propri clienti su tutto il territorio nazionale.

Per ottenere un inquadramento medico legale del tuo caso, contatta il nostro studio .

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