L'uso dell'intelligenza artificiale (IA) nella diagnosi clinica potrebbe migliorare la precisione della diagnosi e ridurre gli errori, soprattutto in casi complessi o rari. Tuttavia, l'IA non può sostituire completamente il medico, poiché la diagnosi clinica richiede competenze soggettive e umane, come l'empatia e una valutazione fisica accurata e puntuale. Inoltre, l'IA dipende dalla qualità dei dati inseriti e non è in grado di cogliere le sfumature personali dei sintomi. Pur essendo utile, l'IA non potrà mai sostituire completamente l’azione dell’uomo in ambito clinico poiché incapace di replicare la relazione umana necessaria per una pratica medica completa.
La sepsi è una grave condizione medica derivante da un'infezione primaria, spesso causata dai batteri Staphylococcus aureus ed Escherichia coli, che scatena una risposta infiammatoria sistemica incontrollata che può portare a shock settico, disfunzione d’organo e morte. La sepsi colpisce milioni di persone ogni anno e rappresenta anche una grave emergenza pediatrica. Il trattamento principale prevede l’utilizzo di antibiotici, ma la resistenza antimicrobica ne sta riducendo gradualmente l’efficacia. Nuove terapie emergenti prevendono l’utilizzo dell'ascorbato di sodio, il Cilengitide, e approcci innovativi come la piattaforma RAPID-SEP-AST per l'identificazione rapida dei patogeni. Inoltre, si stanno sviluppando nuove tecnologie e strategie, come la terapia immunologica e i dispositivi citoferetici per contrastare la sepsi nelle sue fasi più avanzate.
Un nuovo farmaco, il Cilengit* (il nome è da noi parzialmente oscurato a causa delle policy sui farmaci del motore di ricerca), potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento della sepsi, una condizione critica che può causare insufficienza d'organo e morte. La sepsi spesso deriva da infezioni causate da batteri come Staphylococcus aureus ed Escherichia coli, i quali possono diventare resistenti agli antibiotici tradizionali. La resistenza antimicrobica è un problema crescente, poiché molti antibiotici non sono più efficaci contro i ceppi batterici resistenti. La sperimentazione preclinica del Cilengit*, condotta presso il Royal College of Surgeons di Dublino, ha mostrato che il farmaco previene l'insufficienza d'organo bloccando l'adesione dei batteri alle cellule endoteliali, senza dipendere dagli antibiotici. Questo approccio potrebbe essere particolarmente utile per combattere la sepsi causata da batteri resistenti agli antibiotici, offrendo una nuova speranza per i pazienti con infezioni gravi.
I ricercatori dell'Unione Europea, coordinati dal professor Mihai G. Netea e dal professor Evangelos Giamarellos-Bourboulis, stanno sviluppando nuovi trattamenti immunoterapici per combattere la sepsi, che causa milioni di decessi ogni anno. Il progetto ImmunoSep mira a modulare la risposta immunitaria dei pazienti per renderla più efficace contro le infezioni. La resistenza agli antibiotici rappresenta una sfida significativa, ma nuove tecnologie come la piattaforma RAPID-SEP-AST promettono di migliorare l'identificazione rapida del trattamento ottimale. L'obiettivo è ridurre la mortalità migliorando la diagnosi e le opzioni terapeutiche disponibili.
Nel Rapporto Osservasalute 2018, il paragrafo “Sopravvivenza e mortalità per
causa” riporta: “In Italia, il numero delle morti sepsi-correlate (casi in cui la sepsi è presente tra la multimorbosità riportata sul certificato di morte) è cresciuto
considerevolmente negli ultimi anni passando da 18.668 del 2003 a 49.301 del 2016.”
Il punteggio Apgar analizza aspetto, frequenza cardiaca, riflessi, tono muscolare e respirazione del neonato permettendo un'immediata valutazione della salute del bambino. Ogni categoria riceve un punteggio da 0 a 2, con un punteggio massimo complessivo di 10. Punteggi superiori a 7 sono generalmente considerati indice di buona salute, mentre valori inferiori possono indicare la necessità di ulteriori cure. Proposto da Virginia Apgar nel 1952, il test rimane ampiamente utilizzato, sebbene sia oggetto di dibattito riguardo alla sua affidabilità in contesti legali.
La sepsi è un’emergenza medica. Bisogna trattarlo come tale. In altre parole, la sepsi dovrebbe essere trattata nel modo più rapido ed efficace possibile non appena viene identificata. Il trattamento prevede la somministrazione rapida di antibiotici e liquidi. Il rischio di morte per sepsi aumenta in media fino al 7,6% per ogni ora che passa prima dell'inizio del trattamento. (Medicina di terapia intensiva).
I pazienti con sepsi grave o shock settico trattati in un'unità di terapia intensiva (ICU) possono sperimentare problemi legati alla malattia e ai farmaci, alla mancanza di sonno e all'eccessiva stimolazione dovuta alla presenza di persone e rumore intorno a loro 24 ore al giorno. Ciò può provocare agitazione, confusione e persino allucinazioni.
Una gravidanza è definita ad alto rischio quando la salute della madre o del bambino è minacciata da complicazioni che richiedono cure speciali. Le cause possono includere condizioni mediche preesistenti come patologie del sangue, ipertensione o diabete, oltre a fattori ambientali come fumo o alcolismo materno. Queste complicazioni possono persistere durante la gestazione e richiedono monitoraggio costante per garantire il benessere di entrambi. Il trattamento prenatale per gravidanze ad alto rischio spesso implica visite più frequenti e l'assistenza di specialisti per gestire rischi potenziali durante il travaglio, che talvolta può richiedere il parto cesareo per tutelare la salute della madre e del bambino.
Quando il cordone cade nella cervice uterina prima che esca il bambino si parla di prolasso del cordone ombelicale. Questa condizione, fortunatamente poco frequente, è una emergenza sanitaria perché il bambino, scendendo nel canale, potrebbe comprimere il cordone interrompendo l'apporto di sangue e ossigeno. In caso di prolasso si osserva una significativa morbilità e mortalità perinatale (fino al 50% dei casi), generalmente a causa di asfissia alla nascita. La gestione del parto con prolasso del cordone prevede l’amnioinfusione e il parto cesareo nei casi più complessi.