Chirurgia della cistifellea: colpa medica e risarcimento

Anche la cistifellea, come il fegato, svolge un ruolo importante nella digestione poiché immagazzina e concentra la bile. A differenza del fegato, però, nella cistifellea possono formarsi dei calcoli biliari, depositi solidi che a volte possono causare forti dolori. Nel caso in cui i calcoli si depositino nel dotto biliare ostruendolo, è spesso necessario intervenire chirurgicamente rimuovendo la cistifellea (colecistectomia). L'80% dei pazienti con calcoli biliari si sottopone a questa operazione.

La colecistectomia laparoscopica

Sebbene alcuni interventi alla cistifellea richiedano anestesia totale, nella maggior parte dei casi la colecistectomia viene eseguita in laparoscopia mediante piccole incisioni nell'addome attraverso le quali viene inserita una minuscola telecamera e degli strumenti per rimuovere la cistifellea tagliando il dotto cistico. La ripresa è rapida e il paziente viene generalmente dimesso il giorno stesso.

La colecistectomia viene per lo più eseguita per alleviare i sintomi causati dalla presenza di calcoli biliari che possono causare nausea, brividi, febbre, ingiallimento degli occhi o della pelle, vomito e urina scura.

La rimozione della cistifellea può rendersi necessaria anche se il dotto biliare è ostruito, in presenza di polipi, di infiammazione, cancro o pancreatite causata da calcoli biliari.

I rischi della colecistectomia

Sottoporsi a una colecistectomia è spesso indispensabile per prevenire complicazioni e alleviare condizioni dolorose associate a disfunzioni della cistifellea. Come tutti gli interventi chirurgici, però, anche questo tipo di operazione comporta dei rischi.

Tra le possibili complicanze si registrano lesioni agli organi adiacenti, infezioni, coaguli di sangue, problemi cardiaci, polmonite, emorragie e reazioni avverse all’anestesia.

Un ulteriore rischio post-operatorio è rappresentato dall’infarto. La colecistectomia, infatti, può aumentare la probabilità di eventi cardiovascolari a causa delle alterazioni nel metabolismo della bile successive alla rimozione della cistifellea. In alcuni pazienti, quindi, l’intervento può contribuire allo sviluppo di patologie cardiache.

Anche la polmonite costituisce una possibile complicanza, soprattutto nei soggetti con preesistenti problemi respiratori.

Inoltre, come per molti altri interventi chirurgici, vi è il rischio di infezioni post-operatorie.  In alcuni casi, possono verificarsi infezioni interne o localizzate nel sito chirurgico, riconoscibili da sintomi quali dolore, arrossamento, gonfiore e presenza di pus nella zona dell’incisione. Il trattamento di tali infezioni prevede, generalmente, la somministrazione di antibiotici.

Rimozione della cistifellea ed errori medici

Lesioni al dotto biliare, all'intestino, alla vescica, ai vasi sanguigni o al fegato possono causare danni temporanei o permanenti. Se il dotto biliare viene accidentalmente tagliato o schiacciato, la bile può fuoriuscire nell'addome e bloccare il flusso biliare del fegato.

A volte, una perdita di bile si verifica dopo che le clip che bloccano il tubo cistico tra la cistifellea e il dotto biliare si staccano, causando lo stravaso della bile nell'addome. Quando questo accade il paziente può provare dolore addominale, gonfiore e febbre. Per eliminare il fluido in eccesso è generalmente necessario sia il drenaggio che l’intervento chirurgico.

Accidentalmente, il chirurgo può confondere il dotto biliare con il dotto cistico e reciderlo; in questi casi è necessaria una riparazione chirurgica immediata, eseguita dallo stesso chirurgo o successivamente da specialisti in chirurgia dei dotti biliari.

Analogamente, lesioni ai vasi sanguigni, al fegato o all’intestino possono richiedere un intervento immediato o un’ulteriore operazione chirurgica, una volta individuato il danno.

Inoltre, coloro che hanno patologie pregresse o croniche, come diabete, malattie cardiache, obesità, malattie renali o problemi respiratori, possono subire complicazioni post-intervento o correlate all’anestesia in quanto eventuali reazioni allergiche all'anestesia possono essere fatali.

Per questi motivi i medici e i chirurghi devono esaminare attentamente la storia clinica di un paziente prima di eseguire una colecistectomia per valutare i rischi e i benefici dell’intervento.

Una possibile complicazione successiva alla rimozione della cistifellea è la formazione di coaguli di sangue (trombi). In particolare, i trombi che si sviluppano nelle vene profonde delle gambe (trombosi venosa profonda) possono migrare attraverso il circolo sanguigno fino ai polmoni, provocando un’embolia polmonare potenzialmente letale.

Per ridurre questa complicazione, ai pazienti a rischio vengono generalmente prescritti anticoagulanti o l’uso di calze a compressione dopo l’intervento.

Un'altra possibile complicanza è la cosiddetta sindrome post-colecistectomia causata dalla fuoriuscita di bile o dalla presenza residua di calcoli nei dotti biliari.  Questa sindrome, che può provocare sintomi simili a quelli dei calcoli biliari (dolori addominali, difficoltà digestive, diarrea, ittero e febbre), può essere transitoria o persistere nel tempo, rendendo necessaria la rimozione dei calcoli tramite intervento chirurgico o trattamento farmacologico.

Infine, sebbene rara, può verificarsi anche una emorragia post-operatoria che richiede un ulteriore intervento chirurgico per essere arginata.

Responsabilità medica per errori nella chirurgia della cistifellea

In tutti i casi di complicanze legate alla chirurgia della colecisti, l’attenzione si concentra sull’operato del chirurgo perché bisogna capire se l’intervento laparoscopico è stato eseguito con la dovuta competenza, evitando danni agli organi e alle strutture circostanti. Ancora più cruciale è la tempestività con cui è stato individuato un eventuale errore intraoperatorio.

Prima di eseguire l’intervento, chirurghi e anestesisti devono conoscere la storia clinica dei loro pazienti, comprese eventuali allergie e fattori di rischio, così da pianificare l’intervento in modo sicuro e preparandosi ad affrontare eventuali complicazioni durante l’intervento e subito dopo.

Il monitoraggio post-intervento, infatti, è fondamentale per scoprire se il paziente soffre della sindrome post-colecistectomia, se calcoli biliari residui sono rimasti nel dotto biliare o se si è verificata perdita di bile. Dimettere un paziente senza aver programmato un adeguato follow-up, specialmente per i pazienti ad alto rischio, può essere considerato colpa medica nel caso in cui il paziente sviluppi gravi complicanze come problemi cardiaci, polmonite o un'embolia polmonare e richieda un intervento medico immediato.

Risarcimento dei danni per colpa medica nella chirurgia della cistifellea

Gli interventi chirurgici resi necessari da complicanze post-operatorie comportano ulteriori costi e un rischio aggiuntivo per la salute del paziente. Per ridurre la possibilità di errore durante una colecistectomia, in particolare il rischio di confondere il dotto biliare con il dotto cistico, il chirurgo può ricorrere alla colangiografia intraoperatoria, una tecnica radiologica che permette di identificare chiaramente l’anatomia delle vie biliari inserendo un catetere nel dotto cistico riducendo significativamente il rischio di lesioni.

Nel caso in cui il chirurgo non utilizzi tale tecnica, quando necessaria, e commetta un errore recidendo il dotto sbagliato, può essere ritenuto responsabile dei danni causati, inclusi gli ulteriori interventi chirurgici necessari per correggere la lesione. In situazioni simili, il paziente leso ha il diritto di intraprendere un’azione legale per ottenere un risarcimento dei danni.

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