La sepsi è una grave condizione medica derivante da un'infezione primaria, spesso causata dai batteri Staphylococcus aureus ed Escherichia coli, che scatena una risposta infiammatoria sistemica incontrollata che può portare a shock settico, disfunzione d’organo e morte. La sepsi colpisce milioni di persone ogni anno e rappresenta anche una grave emergenza pediatrica. Il trattamento principale prevede l’utilizzo di antibiotici, ma la resistenza antimicrobica ne sta riducendo gradualmente l’efficacia. Nuove terapie emergenti prevendono l’utilizzo dell'ascorbato di sodio, il Cilengitide, e approcci innovativi come la piattaforma RAPID-SEP-AST per l'identificazione rapida dei patogeni. Inoltre, si stanno sviluppando nuove tecnologie e strategie, come la terapia immunologica e i dispositivi citoferetici per contrastare la sepsi nelle sue fasi più avanzate.
Un nuovo farmaco, il Cilengit* (il nome è da noi parzialmente oscurato a causa delle policy sui farmaci del motore di ricerca), potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento della sepsi, una condizione critica che può causare insufficienza d'organo e morte. La sepsi spesso deriva da infezioni causate da batteri come Staphylococcus aureus ed Escherichia coli, i quali possono diventare resistenti agli antibiotici tradizionali. La resistenza antimicrobica è un problema crescente, poiché molti antibiotici non sono più efficaci contro i ceppi batterici resistenti. La sperimentazione preclinica del Cilengit*, condotta presso il Royal College of Surgeons di Dublino, ha mostrato che il farmaco previene l'insufficienza d'organo bloccando l'adesione dei batteri alle cellule endoteliali, senza dipendere dagli antibiotici. Questo approccio potrebbe essere particolarmente utile per combattere la sepsi causata da batteri resistenti agli antibiotici, offrendo una nuova speranza per i pazienti con infezioni gravi.
I ricercatori dell'Unione Europea, coordinati dal professor Mihai G. Netea e dal professor Evangelos Giamarellos-Bourboulis, stanno sviluppando nuovi trattamenti immunoterapici per combattere la sepsi, che causa milioni di decessi ogni anno. Il progetto ImmunoSep mira a modulare la risposta immunitaria dei pazienti per renderla più efficace contro le infezioni. La resistenza agli antibiotici rappresenta una sfida significativa, ma nuove tecnologie come la piattaforma RAPID-SEP-AST promettono di migliorare l'identificazione rapida del trattamento ottimale. L'obiettivo è ridurre la mortalità migliorando la diagnosi e le opzioni terapeutiche disponibili.
Nel Rapporto Osservasalute 2018, il paragrafo “Sopravvivenza e mortalità per
causa” riporta: “In Italia, il numero delle morti sepsi-correlate (casi in cui la sepsi è presente tra la multimorbosità riportata sul certificato di morte) è cresciuto
considerevolmente negli ultimi anni passando da 18.668 del 2003 a 49.301 del 2016.”
Inthelia Therapeutics sta sviluppando un trattamento innovativo per la sepsi, condizione che in Italia causa circa 70mila decessi all'anno (dati del 2020) pari a 200 decessi al giorno. La ricerca ha permesso di identificare il Cilengitide, un farmaco non antibiotico che ha mostrato risultati promettenti nel prevenire l'infezione e l'insufficienza multiorgano causata dalla sepsi.
I ricercatori dell'Università del Queensland,, in Australia, hanno sviluppato un nuovo farmaco contro la sepsi che ripristina la funzione delle cellule endoteliali vascolari, riducendo l'insufficienza d'organo e la mortalità. Test preclinici su topi e campioni di sangue umano hanno mostrato risultati promettenti. Ulteriori studi sono necessari per confermare l'efficacia sugli esseri umani.
Il nuovo dispositivo citoferetico selettivo, sviluppato dall'Università del Michigan, tratta la sepsi e il danno renale acuto nei bambini in terapia intensiva. Integrato nel circuito di dialisi, inibisce l'eccessiva attivazione dei globuli bianchi, riducendo la mortalità. Studi clinici presso il CS Mott Children's Hospital hanno confermato l'efficacia di questo trattamento innovativo.
La sepsi è un’emergenza medica. Bisogna trattarlo come tale. In altre parole, la sepsi dovrebbe essere trattata nel modo più rapido ed efficace possibile non appena viene identificata. Il trattamento prevede la somministrazione rapida di antibiotici e liquidi. Il rischio di morte per sepsi aumenta in media fino al 7,6% per ogni ora che passa prima dell'inizio del trattamento. (Medicina di terapia intensiva).
I pazienti con sepsi grave o shock settico trattati in un'unità di terapia intensiva (ICU) possono sperimentare problemi legati alla malattia e ai farmaci, alla mancanza di sonno e all'eccessiva stimolazione dovuta alla presenza di persone e rumore intorno a loro 24 ore al giorno. Ciò può provocare agitazione, confusione e persino allucinazioni.