Macrosomia fetale è un termine per indicare un feto eccessivamente grande (7kg in media al momento del parto) prima della nascita. Predisposizione genetica o diabete materno sono fattori di rischio di questa condizione che, se non diagnosticata tempestivamente, può avere gravi conseguenze sul bambino e sulla madre.
La diagnosi di macrosomia fetale (mediante controllo ecografico, misura del livello di liquido amniotico o misura dell’altezza del fondo) è una chiara indicazione per il parto cesareo programmato, così da evitare lesioni alla nascita in caso di blocco nel passaggio del bambino attraverso il canale del parto.
Che cos'è la macrosomia fetale
Macrosomia fetale è il termine medico per indicare un feto eccessivamente grande prima della nascita. Non esistono criteri diagnostici universali, ma qualsiasi bambino che superi gli otto chili al momento della nascita è generalmente classificato come macrosomico con un peso medio di circa sette chili.
La macrosomia fetale è una condizione relativamente comune che colpisce circa il 10% di tutte le gravidanze ed è ancora più frequente nelle donne incinte con diabete gestazionale, per le quali la probabilità di avere un bambino macrosomico è del 50%. Non c’è dubbio che a volte anche la genetica possa avere un ruolo, in quanto le madri che hanno partorito un bambino macrosomico in passato hanno una probabilità dieci volte maggiore rispetto alle altre di partorirne un altro.
La macrosomia fetale è una condizione potenzialmente così pericolosa da rendere la gravidanza ad alto rischio. La ragione di ciò è abbastanza intuitiva: quando il bambino è troppo grande, il passaggio attraverso il piccolo canale del parto diventa molto più complesso e problematico a causa della sproporzione cefalopelvica. Per questo motivo è molto importante che i medici misurino e stimino accuratamente il peso del feto durante la gravidanza poiché una diagnosi precoce di macrosomia fetale è fondamentale per evitare gravi conseguenze (morte inclusa) sia per la madre che per il bambino.
Diagnosi della macrosomia fetale
Misurare il peso fetale (processo fondamentale per la diagnosi di macrosomia fetale) può sembrare facile; in realtà, dato che non esiste un metodo pratico per pesare il feto all'interno dell'utero, risulta piuttosto complesso. Esami ecografici, per esempio, forniscono solamente immagini del feto e non permettono di misurare o stimarne con precisione il peso.
Durante il 3° trimestre, però, le immagini ecografiche possono essere utilizzate per misurare la lunghezza di alcune parti del bambino dalle quali è possibile estrapolare il peso. L'esame ecografico, quindi, grazie all’utilizzo di formule matematiche, permette di calcolare il peso di bambini che hanno misure della testa, dell'addome e delle ossa lunghe particolarmente grandi. La diagnosi accurata della macrosomia fetale, però, viene solitamente effettuata sulla base di altri 2 indicatori:
- Livelli di liquido amniotico: il liquido amniotico è il fluido che circonda e protegge il feto mentre cresce all'interno dell'utero durante la gravidanza. Il volume o i livelli di liquido amniotico possono essere un indicatore chiave del tasso di crescita fetale: livelli amniotici troppo bassi indicano che il feto non sta crescendo normalmente; viceversa, se il volume del liquido amniotico è troppo alto è segno che il feto sta crescendo in modo anomalo. Per questo motivo, livelli costantemente elevati di liquido amniotico sono un indicatore primario di macrosomia fetale. Le misurazioni dei livelli del liquido amniotico possono essere eseguite con l'ecografia.
- Altezza del fondo dell'utero: l'altezza del fondo dell'utero è la distanza (misurata in centimetri) tra l'utero e la parte superiore dell'osso pelvico della madre. Dopo la 20a settimana, generalmente, l’altezza del fondo corrisponde alla settimana di gravidanza (25 cm alla 25a settimana, per esempio), e proprio come la misura del livello di liquido amniotico, questa misura può essere un indicatore affidabile del tasso di crescita del feto. Un’altezza del fondo inferiore al previsto è generalmente un chiaro segno di macrosomia fetale.
Cause della macrosomia fetale
La principale causa della macrosomia fetale è la genetica poiché i tratti fisici, come la dimensione corporea e l'obesità, vengono trasmessi geneticamente. È per questo che genitori fisicamente grandi o obesi hanno maggiori probabilità di avere bambini particolarmente grandi.
Anche il sesso gioca un ruolo nella macrosomia fetale: i bambini maschi hanno molte più probabilità di essere macrosomici rispetto alle femmine poiché generalmente tendono ad essere più grandi delle bambine. Un altro importane fattore di rischio per la macrosomia fetale è il diabete: madri diabetiche prima di rimanere incinte o che sviluppano il diabete gestazionale durante la gravidanza hanno 10 volte più la probabilità di avere bambini macrosomici.
Rischi e complicanze della macrosomia fetale
Il rischio principale correlato alla macrosomia fetale è che il bambino rimanga bloccato o subisca un trauma fisico durante il parto vaginale. Una mancata corrispondenza delle dimensioni tra il bacino della madre e la testa del bambino è nota come sproporzione cefalopelvica. Se la macrosomia fetale viene diagnosticata tempestivamente, questo problema può essere facilmente evitato facendo nascere il bambino tramite un cesareo programmato.
Se la diagnosi è tardiva e il bambino nasce con parto vaginale il rischio di gravi complicazioni come la distocia della spallae altre lesioni causate dal blocco del bambino nel canale del parto aumenta notevolmente.
La macrosomia fetale, quindi, è una indicazione per il cesareo programmato, ma non per l’induzione del travaglio, pratica che non migliora gli esiti materni o fetali. Anche una seconda fase di travaglio prolungata o un arresto della discesa con un peso fetale stimato superiore a 4,5 kg è un'indicazione per il parto cesareo.
L’elevato peso alla nascita mette i neonati anche a rischio di emorragia sottocongiuntivale, una condizione temporanea e senza conseguenze causata dalla rottura dei vasi sanguigni negli occhi.
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