L’ormone che viene prodotto dalla madre quando il bambino sta per nascere, innesca le contrazioni uterine necessarie per l’inizio del travaglio e del parto. In caso di rallentamento o di arresto del travaglio i medici possono somministrare la versione sintetica di tale ormone (che qui per motivi di policy chiameremo "ossitoxina" oppure "o.") per indurre le contrazioni. L’utilizzo di questo farmaco, però, non è privo di rischi, sia perché non è sempre facile individuare la giusta da dose da somministrare, sia perché può indurre sovrastimolazione, condizione che può rallentare o addirittura interrompere il flusso di ossigeno al bambino causando gravi lesioni alla nascita.
L'embolia da liquido amniotico è una complicanza rara ma grave che si verifica durante il parto o subito dopo la nascita quando materiale fetale entra nel flusso sanguigno della madre scatenando una immediata risposta immunitaria che può mettere seriamente a rischio la vita della madre e del bambino. Questa condizione non è prevedibile e non può essere prevenuta, ma una serie di condizioni materne può aumentarne il rischio.
Da molto tempo i medici sanno che la frequenza cardiaca fetale durante la gravidanza fornisce una buona lettura della salute generale del bambino. È per questo che oggi il monitoraggio elettronico fetale, il metodo più avanzato e accurato che permette di monitorare sia la frequenza cardiaca del bambino che le contrazioni uterine della madre, è utilizzato nel 95% dei parti. Affinché il monitoraggio fetale sia uno strumento efficace nel prevenire potenziali lesioni ai bambini durante il parto, i medici devono monitorare e interpretare accuratamente i tracciati, la lettura dei quali può essere alquanto complicata e soggettiva. È per questo che recentemente sono state sviluppate delle linee guida che classificano i tracciati in 3 categorie, a seconda della gravità della condizione fetale.
In caso di complicazioni durante il parto può essere praticata l’episiotomia, una incisione tra l’apertura vaginale e l’ano che facilita la nascita del bambino. Per molti anni questa pratica chirurgica è stata eseguita di routine durante i parti vaginali per prevenire le lacerazioni vaginali durante il parto. Tuttavia, negli ultimi decenni, diversi studi hanno sconsigliato questa pratica, indicandola solamente in determinate situazioni di emergenza. Questo perché, come tutti gli interventi chirurgici, le complicazioni e gli effetti collaterali che talvolta si verificano immediatamente dopo, possono colpire la donna anche a lungo termine compromettendone gravemente la vita quotidiana. Esistono tecniche e metodi preparto che possono essere praticate per ridurre il rischio sia di subire lacerazioni gravi che di subire un intervento di episiotomia.