La difficoltà nella deglutizione (disfagia) è un sintomo osservato in pazienti con differenti condizioni mediche, tra le quali disturbi del sistema nervoso e del cervello, disturbi muscolari e ostacoli fisici nella gola.
Diverse analisi strumentali possono aiutare a diagnosticare tale disturbo, il cui trattamento dipende sia dalla causa che lo determina che dalla sua gravità. Il trattamento per risolvere i problemi di deglutizione varia a seconda della causa del problema, ma può includere l’utilizzo di antibiotici, cambiamenti delle abitudini alimentari e talvolta interventi chirurgici.
Nei casi in cui il paziente non riesce ad alimentarsi correttamente viene inserito un sondino che permette di veicolare il nutrimento direttamente nello stomaco o nell’intestino. La disfagia viene spesso diagnosticata nei pazienti che hanno avuto un ictus e può influenzare sia la fase orale che quella faringea della deglutizione.
Cos'è la disfagia?
La disfagia può essere semplicemente definita come un disturbo della deglutizione. Può verificarsi in una qualsiasi di queste tre fasi:
- Orale
- Faringea
- Esofagea
La disfagia è spesso osservata nei pazienti sopravvissuti a un ictus e può influenzare la fase orale e/o faringea della deglutizione causando tosse o soffocamento mentre si tenta di ingoiare saliva, liquidi o cibo. Un logopedista può valutare la capacità del paziente di deglutire al fine di determinare il rischio di aspirazione (condizione in cui cibo o liquido entrano nei polmoni) che potenzialmente può causare una polmonite.
In particolare, coloro che sono sopravvissuti a un ictus sono a rischio di aspirazione silenziosa, condizione che si verifica quando cibo e liquidi entrano nei polmoni senza tosse o soffocamento. Spesso questi pazienti non mostrano sintomi evidenti di disfagia.
Cosa significa avere difficoltà nella deglutizione?
La deglutizione è un atto nel quale vengono utilizzati molti muscoli e nervi che lavorano insieme per permettere il passaggio di cibo o bevande dalla bocca allo stomaco. La difficoltà nella deglutizione (disfagia) può avere origine nella bocca, nella gola o nell'esofago, tratto del canale alimentare rivestito di muscoli che trasporta cibo e acqua dalla gola allo stomaco.
La disfagia può essere lieve o grave e il trattamento prescritto varia a seconda delle cause all’origine del problema. A volte, i medici possono anche prescrivere farmaci per aiutare la deglutizione e nel caso il paziente non sia in grado di ingoiare nulla, potrebbe essere necessario l’inserimento di un sondino gastrico.
Possibili cause della disfagia
Molti disturbi, malattie e condizioni fisiche possono causare problemi di deglutizione. I medici classificano la disfagia in tre tipi:
Disfagia del cavo orale: il problema è nella bocca con debolezza della lingua (soprattutto dopo un ictus), difficoltà a masticare il cibo o problemi neuromuscolari.
Disfagia orofaringea: il problema è nella gola, risultato di un problema neurologico o muscolare.
Disfagia esofagea: problema nell'esofago che può essere causato da un blocco o da una compressione dell'esofago, o da un disturbo muscolare o dalla presenza di sacche nell'esofago.
Altri fattori di rischio
La disfagia può essere causata da:
- disturbi del sistema nervoso e del cervello: alcune patologie influenzano il corretto funzionamento del cervello e del sistema nervoso (l’insieme di nervi che controlla muscoli e organi). Tra queste, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e l'ictus possono portare a difficoltà di deglutizione.
- disturbi muscolari: la miastenia grave (una patologia autoimmune) e la distrofia muscolare colpiscono i muscoli di tutto il corpo. Disturbi dell'esofago, come l'acalasia, la sclerosi sistemica (sclerodermia), gli spasmi cricofaringei e gli spasmi esofagei possono influenzare la capacità di deglutire.
- restringimento e blocchi dell'esofago: il cancro esofageo, o l’ipertrofia tiroidea possono determinare un restringimento dell'esofago rendendo la deglutizione molto difficoltosa. Alcune persone sviluppano “anelli di Schatzki” (pezzi di tessuto all'interno dell'esofago) che restringono il tubo e rendono difficile l’ingoiare il cibo. Anche disturbi legati all'apertura dell'esofago (come l'ipertrofia cricofaringea) possono contribuire alle difficoltà di deglutizione, così come se qualcosa è bloccato in gola.
- cicatrici da reflusso acido: il tessuto cicatriziale può formarsi nell'esofago a causa della malattia da reflusso acido che determina irritazione del rivestimento dell'esofago, condizione nota come “esofago di Barrett”,
- infezione: la tonsillite (comunemente chiamata “mal di gola”) provoca dolore e infiammazione che possono rendere difficoltosa la deglutizione.
Come viene diagnosticata la disfagia?
I test diagnostici per i disturbi della deglutizione sono diversi. Tra questi:
- Laringoscopia flessibile: test eseguito da uno specialista in otorinolaringoiatria (orecchio, naso e gola) mediante il posizionamento di una piccola sonda nel naso per osservare la gola e le corde vocali.
- Endoscopia nasale a fibre ottiche: esame eseguito da un logopedista mediante il passaggio di una piccola telecamera nel naso durante la deglutizione di liquidi e cibo marcati. Durante il test viene anche controllata l’eventuale entrata di cibo nelle vie aeree (aspirazione)
- Deglutizione al bario: durante questo test, un logopedista somministra al paziente cibo e liquidi da masticare e deglutire. Il cibo è ricoperto di bario, un liquido (o materiale pastoso) al sapore di menta che consente di vedere immagini radiografiche della bocca, della gola e dell'esofago. Il logopedista dirà al paziente quando masticare e ingoiare e il radiologo raccoglierà le immagini durante la deglutizione.
- Esofagogramma: in questo test il paziente beve bario e il radiologo acquisisce immagini dell’esofago.
- Esofagoduodenoscopia: test eseguito dal gastroenterologo mediante l’inserimento di una sonda in gola per poi proseguire nell'esofago e nello stomaco. Questo esame viene utilizzato per evidenziare eventuali restringimenti, tumori o irritazione dell’epitelio esofageo (esofago di Barrett).
Trattamento della disfagia
I trattamenti prescritti per la disfagia sono diversi e dipendono sia dalla causa che determina tale disturbo che dalla gravità del problema. Possono consistere nell’utilizzo di:
- Antibiotici: prescritti in caso di tonsillite batterica.
- Farmaci e cambiamenti nello stile di vita: prescrizione di farmaci per il controllo del reflusso acido e cambiamenti nella dieta e nelle abitudini alimentari del paziente.
- Altre terapie mediche: nel caso in cui una patologia neurologica renda difficile la deglutizione con prescrizione anche di iniezioni di tossina botulinica per alleviare gli spasmi muscolari o interventi chirurgici per ingrandire l'esofago.
Riabilitazione per contrastare la disfagia.
Alcuni pazienti trovano giovamento con la riabilitazione: il logopedista può insegnare loro esercizi per rafforzare i muscoli della deglutizione e può suggerire alcuni comportamenti come:
- Cambiare il modo in cui si mangia e beve, suggerendo al paziente di fare piccoli morsi e di masticare accuratamente il cibo. Inoltre, può essere necessario aggiungere una speciale polvere addensante alle bevande, poiché i liquidi acquosi possono essere difficili da deglutire.
- Sedere in posizione eretta mentre si mangia, al fine di ridurre il rischio di soffocamento. Il terapista può anche insegnare a inclinare la testa per facilitare la deglutizione riducendo così il rischio che il liquido entri nelle vie aeree (aspirazione).
- Liberare la gola con colpi di tosse quando il liquido o un piccolo pezzo di cibo si blocca.
Alimentazione con sondino
Nel caso in cui il paziente non assimili quantità sufficienti di vitamine e nutrienti e stia perdendo una quantità significativa di peso o se ha un alto rischio di soffocamento, il medico può prescrivere l’inserimento di un sondino per l’alimentazione (PEG). Questo dispositivo medico fornisce sostanze nutritive direttamente nell'intestino o nello stomaco.
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