Tutte le forme di paralisi cerebrale sono il risultato di danni cerebrali avvenuti nel bambino spesso durante la gravidanza o durante il travaglio o nel momento del parto, o poco dopo la nascita.
La lesione cerebrale è permanente ma non progressiva: il danno al cervello, quindi, non peggiora nel tempo.
Tuttavia, l'espressione clinica dei sintomi può cambiare man mano che il bambino cresce e il cervello “matura”.
Spesso, il danno cerebrale è causato da una mancanza di ossigeno al cervello del bambino durante il travaglio e il parto.
Altre cause includono traumi, parto prematuro e infezioni.
Sebbene alcuni casi di paralisi cerebrale infantili non siano correlati a problemi alla nascita, si stima che il 20% di tutti i casi osservati sia il risultato di complicazioni incontrate durante il travaglio e il parto, molte delle quali prevenibili.
I sanitari che assistono la gestante sono tenuti a monitorare attentamente sia la madre che il bambino durante il travaglio e il parto: se non vengono prestate le dovute attenzioni o se non si agisce rapidamente quando sorge un problema, potrebbero esserci conseguenze per tutta la vita per il bambino.
La negligenza medica, compresi gli errori di diagnosi e trattamento durante il travaglio e il parto, è una delle cause più comuni di lesioni cerebrali permanenti e paralisi cerebrale nei bambini.
Mancanza di di ossigeno
Il cervello del bambino che sta per nascere è particolarmente sensibile alle lesioni: prima del parto, la salute del bambino dipende dalla madre che fornisce nutrienti vitali e ossigeno al bambino attraverso il sangue che scorre nel cordone ombelicale.
La placenta regola lo scambio di ossigeno, sostanze nutritive e anidride carbonica tra la madre e il bambino.
Ci sono diversi eventi o complicazioni che possono privare un bambino di un apporto di un adeguato apporto di ossigeno:
- Anomalie nel cordone ombelicale
- Rottura dell'utero
- Problemi alla placenta
L’apporto di ossigeno a un bambino nella pancia della madre è paragonabile a un serbatoio d'aria necessario per respirare sott'acqua. Come un subacqueo in immersione, il bambino può usare la sua riserva di ossigeno per sopravvivere senza danni. Tuttavia, se la riserva di ossigeno si esaurisce può verificarsi una grave lesione.
Quando non c’è abbastanza ossigeno nel flusso sanguigno, si parla di "ipossia", quando, invece, non arriva abbastanza sangue al bambino si parla di "ischemia".
Quando il bambino non riceve abbastanza ossigeno, i tessuti sviluppano "ipossiemia". Ci sono diversi eventi che possono determinare questa condizione:
- il cordone ombelicale è attorcigliato o compresso e il bambino non riceve abbastanza flusso sanguigno e quindi ossigeno;
- l'utero si rompe o la placenta si distacca dall'utero, determinando l’interruzione del flusso di ossigeno al bambino;
- le contrazioni dell'utero fanno sì che il bambino non riceva abbastanza ossigeno.
L'asfissia provoca lo sviluppo di acido lattico nel sangue con conseguente acidosi che danneggia le cellule cerebrali e i tessuti.
Questa condizione clinica è chiamata "encefalopatia ipossico-ischemica", danno cerebrale permanente che può causare al bambino convulsioni, ritardi nello sviluppo e paralisi cerebrale. Se il medico o le infermiere non riconoscono segnali precoci di una mancanza di ossigeno e non intervengono rapidamente e con decisione, il bambino finirà l'ossigeno di riserva e subirà asfissia.