Batteri resistenti agli antibiotici e morte per sepsi

La sepsi costituisce un'emergenza medica perché, se non trattata, può portare alla morte.

In Italia i casi sono in crescita, sottolinea il Ministero della Salute che: "Alcuni studi hanno rilevato che il numero di certificati di morte che hanno riportato sepsi è aumentato da 18.939 nel 2003 a 49.010 nel 2015 (dal 3% all'8% di tutti i decessi registrati in questi anni)"In tutto il mondo, i pazienti con sepsi sono circa 30 milioni, 6 milioni dei quali muore come conseguenza della patologia. Le infezioni di origine batterica (soprattutto quelle causate dai batteri Staphylococcus aureus ed Escherichia coli) sono la causa più frequente di sepsi.

Una recente ricerca, coordinata a Dublino dal professore associato di farmacologia Steve Kerrigan presso il Royal College of Surgeons, ha studiato l'efficacia di un nuovo farmaco, il Cilengit*, in un modello preclinico su pazienti con sepsi.

Meccanismo molecolare del Cilengit*

La sepsi si verifica quando i patogeni responsabili di una infezione entrano nel sistema sanguigno e si diffondono in tutto il corpo. Nel tentativo di combattere l’infezione, il sistema immunitario del paziente perde il controllo provocando una insufficienza multiorgano. L’unico trattamento utile per combattere la sepsi è la somministrazione di antibiotici; in molti casi, però, questi farmaci non sono efficaci, o a causa della resistenza antimicrobica o a causa del tempo necessario per identificare il ceppo batterico all’origine dell’infezione. Da qui la necessità di identificare una terapia non antibiotica che possa essere utilizzata in tutte le fasi dell'infezione e che agisca ad ampio spettro.

I ricercatori del Royal College of Surgeons di Dublino hanno individuato e testato il Cilengit*, una molecola in grado di inibire sia in vivo che in vitro il legame tra lo Staphylococcus aureus ed Escherichia coli con le cellule endoteliali umane. I dati raccolti durante la fase di sperimentazione preclinica hanno dimostrato che il farmaco è in grado di prevenire il danno alle cellule endoteliali. Questo effetto contribuisce a fermare la progressione dell'infezione e a prevenire sia lo shock settico che l'insufficienza d'organo. L’azione del farmaco impedisce la formazione di trombi, l'attivazione della coagulazione, l'infiammazione e la perdita di integrità della barriera che sono i principali processi che portano all'insufficienza d'organo e alla morte per sepsi. Il farmaco agisce impedendo ai batteri di passare dal sito di infezione al flusso sanguigno stabilizzando le pareti dei vasi evitando così l’infezione degli organi principali. Il Cilengit**, quindi, potrebbe sia prevenire la progressione della sepsi nelle fasi iniziali che permettere di trattarla nelle fasi avanzate.

Questo farmaco è un antagonista dell’integrina alfa-v beta-3, una molecola che media l’adesione delle cellule endoteliali alla matrice extracellulare, e dato che il suo meccanismo d’azione si discosta da quello degli antibiotici, agisce anche sui vari ceppi batterici resistenti ai farmaci.

Cos'è la resistenza antimicrobica?

Negli ultimi 70 anni, i medici hanno prescritto farmaci noti come antimicrobici per il trattamento delle malattie infettive, patologie, alcune anche mortali, che si verificano a causa di microbi, come batteri, virus e parassiti.

L'uso di antibiotici, farmaci specifici contro i batteri, è ora così comune che alcuni batteri si sono adattati e hanno iniziato a resistervi determinando una condizione molto pericolosa che potrebbe portare alla mancanza di trattamenti efficaci per alcune malattie infettive.

Secondo i Centri di controllo e prevenzione statunitensi, ogni anno almeno 2 milioni di persone vengono infettate da batteri resistenti agli antibiotici e 23.000 di queste muoiono come conseguenza.

In aggiunta, 1 paziente ogni 100 contrae una infezione durante il ricovero ospedaliero.

Gli antibiotici, così come altri farmaci antimicrobici, sono fondamentali per curare le infezioni e salvare vite umane, ma devono essere usati correttamente.

La resistenza antimicrobica, che si sviluppa quando i microbi, inclusi batteri, funghi, parassiti e virus, non rispondono più a un farmaco al quale prima erano sensibili, può causare i seguenti problemi:

  • infezioni più difficili da controllare

  • guarigioni e degenze ospedaliere più lunghe con aumento dei costi economici e sociali

  • rischio più elevato di diffusione della malattia

  • maggiore possibilità di mortalità a causa dell'infezione.

L’antibiotico resistenza potrebbe portare a un'era “post-antibiotica” nella quale gli antibiotici non funzionerebbero più rendendo infezioni comuni o piccole lesioni, ora semplici da trattare, di nuovo mortali.

Se i trattamenti si dimostreranno efficaci, Giamarellos-Bourboulis richiederà all'Agenzia Europea per i Medicinali l'autorizzazione per il loro utilizzo sui pazienti affetti da sepsi; in caso di insuccesso, continuerà comunque a mettere a frutto le conoscenze acquisite grazie alla sperimentazione analizzando i dati ottenuti per capirne il motivo e apportare le opportune e necessarie modifiche.

Resistenza agli antibiotici e agli antimicrobici

È importante distinguere tra resistenza agli antibiotici e resistenza agli antimicrobici.

La resistenza agli antibiotici si riferisce ai batteri che resistono agli antibiotici, mentre la resistenza antimicrobica descrive la resistenza di qualsiasi microbo ai farmaci progettati per ucciderli.

La resistenza antimicrobica può svilupparsi nei batteri, così anche nei funghi, parassiti e virus e può così colpire le persone con candida, malaria, HIV e una vasta gamma di altre condizioni.

Le Cause

I microbi possono diventare resistenti ai farmaci per motivi sia biologici che sociali.

Comportamento microbico

Non appena viene introdotto e utilizzato un nuovo farmaco antimicrobico, è molto probabile che prima o poi diventi inefficace. Ciò è dovuto principalmente ai cambiamenti che si verificano all'interno dei microbi. Questi cambiamenti possono avvenire in diversi modi:

  • Mutazione: quando i microbi replicano, possono verificarsi mutazioni genetiche che, a volte, danno origine a un microbo con geni che gli conferiscono resistenza agli agenti antimicrobici.
  • Pressione selettiva: i microbi resistenti sopravvivono e replicano, diventando il ceppo dominante.
  • Trasferimento genico: i microbi possono trasferire geni; i geni che conferiscono resistenza ai farmaci possono essere trasferiti con estrema facilità.
  • Cambiamento fenotipico: i microbi possono modificare alcune delle loro caratteristiche diventando così resistenti ai comuni agenti antimicrobici.

Comportamento dell’uomo

Non seguire le raccomandazioni per l'uso di alcuni farmaci può aumentare il rischio di resistenza antimicrobica:

  • Diagnosi errate: i medici a volte prescrivono antimicrobici a scopo preventivo o scelgono farmaci ad ampio spettro invece di somministrare un trattamento mirato. La prescrizione inappropriata e non specifica di questi farmaci aumenta il rischio di resistenza antimicrobica.
  • Uso inappropriato: se un paziente non completa un ciclo di farmaci antimicrobici, alcuni microbi possono sopravvivere e sviluppare resistenza al farmaco. La resistenza può svilupparsi anche quando le persone utilizzano i farmaci in modo scorretto, come ad esempio quando assumono un antibiotico per trattare un'infezione virale.
  • Uso agricolo: L'uso di antibiotici negli animali da allevamento può promuovere la resistenza ai farmaci. Batteri resistenti ai farmaci sono stati individuati nella carne e negli alimenti esposti a fertilizzanti o acqua contaminata. Questo facilita la trasmissione di malattie dagli animali all'uomo.
  • Uso ospedaliero: le persone con condizioni critiche di salute spesso ricevono alte dosi di antimicrobici, il che favorisce lo sviluppo della resistenza, soprattutto in un ambiente ospedaliero dove sono presenti numerose malattie.

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha osservato che i medici spesso prescrivono antibiotici in modo improprio, anche per un semplice mal di gola, sapendo che solo il 15% dei casi è dovuto ai batteri dello Streptococco. È stato stimato che ogni anno vengono emesse decine di milioni di prescrizioni di antibiotici inutili; ciò favorisce lo sviluppo della resistenza antimicrobica e rischia di rendere i pazienti meno sensibili a diversi antibiotici in futuro.

Esempi di resistenza

La resistenza antimicrobica può verificarsi in batteri, virus, funghi e parassiti.

Esempi sono:

  • Tubercolosi: patologia polmonare batterica che si trasmette per via aerea. Prima dell'introduzione degli antibiotici, la tubercolosi era considerata una malattia mortale. Recentemente, sono emerse forme di tubercolosi resistenti ai farmaci che non possono essere trattate con gli antibiotici tradizionali. Generalmente, un paziente sensibile al trattamento riceve quotidianamente un mix di farmaci per 6-9 mesi. La tubercolosi resistente ai farmaci, invece, è più complessa da trattare, poiché il paziente deve assumere i farmaci per un periodo più lungo e necessita di un monitoraggio continuo per evitare esiti fatali.
  • Staphylococcus aureus resistente alla meticillina: infezione batterica che generalmente si contrae in ambiente ospedaliero e può essere mortale. In passato, il trattamento antibiotico permetteva la guarigione del paziente mentre oggi, a causa della resistenza agli antibiotici, questa condizione è diventata molto difficile da trattare.
  • Gonorrea: infezione batterica a trasmissione sessuale molto comune negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. La gonorrea è diventata una grave minaccia per la salute pubblica a causa dell'antibiotico resistenza. Attualmente, esiste un solo tipo di farmaco ancora efficace contro le forme resistenti agli antibiotici.
  • Escherichia coli: batterio causa di molte malattie causate da contaminazione alimentare e infezioni del tratto urinario. Il tasso di resistenza agli antibiotici contro questo batterio sta aumentando rapidamente.
  • HIV: un trattamento antivirale efficace può ora prevenire la progressione della condizione e ridurre i livelli del virus a livelli non rilevabili. Tuttavia, il virus può ancora essere presente e capace di infettare. Un uso non controllato dei farmaci potrebbe favorire la comparsa di nuovi ceppi virali resistenti ai farmaci.
  • Infezioni fungine: Candida, Aspergillus e altri funghi possono causare una serie di gravi infezioni. La Candida albicans è responsabile del mughetto, una infezione vaginale molto comune mentre l'Aspergillus può causare l'aspergillosi, una condizione polmonare.

Alcune di queste infezioni possono avere conseguenze fatali. Si teme che i funghi stiano diventando sempre più resistenti ai trattamenti antimicrobici.

Malaria: malattia parassitaria trasmessa dalle zanzare che causa la morte di circa 400.000 persone ogni anno. In molte parti del mondo, i parassiti della malaria hanno sviluppato resistenza ai farmaci antimalarici, rendendo i trattamenti meno efficaci.

Trattamenti e alternative

A causa della resistenza antimicrobica è urgente la necessità di individuare nuovi farmaci in grado di contrastare le infezioni. In alcuni casi è utile utilizzare una combinazione di farmaci diversi, nota come terapia multi farmacologica. I ricercatori stanno esplorando diverse strategie per il trattamento delle infezioni, tra cui l'uso di nuovi antibiotici e approcci alternativi. Tra questi, vi è l'impiego di batteriofagi, virus che attaccano e uccidono i batteri, come nel trattamento contro il Clostridium difficile. Inoltre, si stanno studiando anticorpi monoclonali per neutralizzare le tossine prodotte dai batteri e lo sviluppo di vaccini per prevenire le infezioni. Altri approcci includono il trapianto di microbiota fecale, che prevede il trasferimento di batteri “buoni” da una persona sana a un paziente, e l'uso di probiotici per ristabilire una flora intestinale equilibrata. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l'efficacia di questi trattamenti.

Nel frattempo, gli esperti sottolineano la necessità di:

  • prescrivere antibiotici solo quando sono utili e necessari
  • utilizzare i farmaci antimicrobici esattamente come il medico prescrive e solo dopo una diagnosi certaprevenire la diffusione delle malattie, (attraverso una buona igiene) per ridurre la necessità o l'uso di farmaci

Prevenire che i microbi sviluppino resistenza ai farmaci è diventato importante quanto curare le malattie che essi causano. Oggi è chiaro che il motivo principale dell'aumento della resistenza antimicrobica è l'uso frequente e improprio di farmaci antimicrobici. È per questo che per ridurre questa condizione le persone devono:

  • utilizzare farmaci antimicrobici solo quando prescritti da un medico.
  • completare sempre l'intero ciclo prescritto, anche se i sintomi si sono attenuati. In caso contrario, il farmaco può uccidere solo i microbi più vulnerabili, lasciando che altri sopravvivano e sviluppino resistenza.
  • non condividere mai gli antimicrobici con altri, né utilizzare farmaci avanzati da precedenti prescrizioni poiché potrebbero non essere adatti.
  • non fare pressioni sui medici affinché prescrivano antimicrobici quando non sono necessari.
  • seguire buone pratiche igieniche per prevenire la diffusione di microbi, lavandosi accuratamente le mani e assicurandosi che gli alimenti siano trattati in un ambiente pulito.
  • eseguire le vaccinazioni raccomandate per ridurre l’assunzione di farmaci.

Sommario

La resistenza antimicrobica si sviluppa quando i microbi smettono di rispondere ai farmaci ai quali prima erano sensibili. Sia il comportamento microbico che il modo in cui le persone assumono farmaci antimicrobici sono responsabili dell'aumento della resistenza antimicrobica, condizione molto pericolosa perché potrebbe portare all’impossibilità di curare determinate infezioni portando a gravi complicazioni o addirittura alla morte.

Per evitare tutto ciò i ricercatori stanno lavorando per sviluppare nuovi trattamenti e contrastare la resistenza antimicrobica. I singoli pazienti possono contribuire assumendo farmaci solo con prescrizione medica e completando sempre l'intero ciclo di trattamento.

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