Il feto, mentre cresce nell'utero, è unito alla madre tramite la placenta e il cordone ombelicale. La placenta è attaccata all'interno dell'utero materno ed è collegata al feto tramite il cordone ombelicale. Questi organi “temporanei”, che vengono poi espulsi insieme al bambino durante il parto, sono ricchi di vasi sanguigni.
All'interno della placenta avviene lo scambio tra il sangue fetale e materno: cibo e sostanze nutritive passano dalla madre al feto, mentre i prodotti di scarto come l’anidride carbonica, passano dal feto alla madre.
Il cordone ombelicale è costituito da due arterie e una vena. A volte, questi vasi sanguigni si trovano in prossimità dell’apertura della cervice nel canale del parto. Questa condizione, chiamata vasa previa (dal latino “vasa”, per vaso sanguigno, e “previa”, davanti alla via d’uscita) richiede un parto cesareo programmato per prevenire la rottura dei vasi sanguigni fetali.
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Le cause e i rischi
Normalmente, la placenta si impianta nella parte alta dell'utero e il cordone ombelicale si inserisce al centro della placenta permettendo al feto di assumere la corretta posizione per il parto mantenendo i vasi sanguigni del cordone ombelicale in posizione corretta e sicura.
Tuttavia, alcune rare anomalie possono far sì che i vasi sanguigni fetali si trovino nella parte bassa dell’utero dove rischiano di lacerarsi durante il travaglio.
Una delle cause dei vasa previa è l’inserimento velamentoso del cordone ombelicale, condizione che si verifica quando il cordone non si inserisce nella parte più spessa e centrale della placenta, bensì nel sacco amniotico. In questo modo le arterie e le vene all'interno del cordone ombelicale, non protette dal tessuto ombelicale, attraversano il sacco prima di giungere alla placenta. Si verifica vasa previa quando i vasi sanguigni ombelicali attraversano quella parte del sacco amniotico che è collocata sopra la cervice.
Un’altra causa di vasa previa è la presenza di una placenta bilobata, condizione in cui la placenta si sviluppa in due o più lobi separati, doppi o multipli, o di una placenta succenturiata, cioè provvista di un lobo accessorio più piccolo chiamato lobo succenturiato. I vasi sanguigni fetali che viaggiano tra questi lobi possono essere posizionati sopra la cervice, causando vasa previa.
Lobi aggiuntivi si possono formare per la tendenza della placenta a cercare aree dell'utero ricche di sangue poiché alcune zone dell’utero sono meno vascolarizzate di altre. La causa dell’inserimento velamentoso del cordone, quindi, può essere il “movimento” della placenta alla ricerca di aree maggiormente vascolarizzate.
Le gravidanze nelle quali il cordone è privo di una delle due arterie ombelicali o le gravidanze gemellari hanno maggiori probabilità di manifestare complicazioni come queste, così come le gravidanze di madri che fumano, che hanno una età avanzata, che hanno una condizione cronica come il diabete o che hanno concepito tramite fecondazione in vitro.
Il 60% delle madri con vasa previa, inoltre, ha la placenta previa, condizione in cui la placenta si impianta vicino o sopra la cervice.
Le conseguenze
I casi di vasa previa sono rari e si verificano solo nello 0,04% delle gravidanze. Se diagnosticate, monitorate attentamente e concluse con un taglio cesareo, le gravidanze con vasa previa generalmente permettono la nascita di bambini perfettamente sani.
Viceversa, in caso di vasa previa il parto vaginale è nella stragrande maggioranza dei casi fatale per il bambino poiché durante il parto, rompendosi il sacco amniotico, i vasi del cordone vengono lesionati causando una forte emorragia nel bambino.
Il parto cesareo evita tutto questo. Inoltre, in caso di vasa previa, durante il parto vaginale i vasi sanguigni del bambino possono essere compressi interrompendo l’apporto di ossigeno al bambino provocando gravi danni al cervello.
Segni e sintomi di vasa previa
È possibile che le donne con vasa previa non mostrino sintomi visibili; solo in alcuni casi si verificano emorragie vaginali, comunque indolori. In caso di perdite, è probabile che sangue rosso scuro provenga dal feto poiché il sangue fetale è meno ossigenato del sangue materno. Eventuali segni di sofferenza fetale, come sanguinamento o battito cardiaco rallentato, dovrebbero essere prontamente diagnosticati durante i controlli prenatali.
La diagnosi
Quando i casi di vasa previa non vengono diagnosticati e il bambino viene partorito per via vaginale, il tasso di mortalità fetale può arrivare fino al 95% poiché, quando il sacco amniotico si rompe e il bambino passa attraverso la cervice, i vasi sanguigni inevitabilmente si rompono causando gravi emorragie, spesso fatali per il bambino.
L’ecografia è lo strumento più utile per diagnosticare i vasa previa; in caso di sospetto il medico può eseguire un'ecografia transvaginale, procedimento in cui un dispositivo viene inserito nella vagina per individuare eventuali vasi sanguigni fetali che potrebbero attraversare la cervice.
Il trattamento
Se i vasa previa non vengono diagnosticati e il parto avviene per via vaginale, i medici noteranno subito che c’è un problema ed eseguiranno le manovre di rianimazione e le trasfusioni di sangue necessarie per contrastare l’emorragia del bambino.
Una volta diagnosticati, i vasa previa vengono trattati con un attento monitoraggio sia della madre che del feto per poi effettuare un parto cesareo programmato. A volte, invece, i vasa previa si risolvono spontaneamente durante il terzo trimestre. La donna con i vasi previa deve sottoporsi a controlli due volte alla settimana e, nelle ultime fasi della gravidanza, le può essere prescritto riposo assoluto o ricovero in ospedale.
Se in qualsiasi momento la madre o il feto sono in pericolo di vita, viene eseguito un cesareo d'urgenza somministrando steroidi al bambino per velocizzare lo sviluppo del bambino nell’utero materno.
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