Sordità a causa del lavoro: risarcimento

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Il rumore è un problema in molti ambienti di lavoro, tanto che la perdita dell’udito causata dal rumore rappresenta ancora circa un terzo di tutte le malattie professionali.

Cause e responsabilità

Il datore di lavoro ha la responsabilità di proteggere i propri dipendenti dagli eccessivi livelli di rumore, che se troppo elevati, potrebbero causate una perdita dell'udito

L’apparato uditivo è uno strumento delicato che può essere danneggiato dall’eccessiva esposizione al rumore. Un rumore acuto ed improvviso o l’esposizione prolungata nel tempo ad un forte suono possono causare dei danni.
Una tra le diverse cause legate alla perdita dell’udito in seguito all’esposizione prolungata al rumore va ricercata all’interno dell’ambiente lavorativo. Circa un terzo dei lavoratori in Europa è esposto a livelli di rumore potenzialmente pericolosi per almeno un quarto dell’orario di lavoro. E il rischio non è solo chi lavora nelle industrie pesanti. Il rumore può essere un problema in molti ambienti di lavoro, dalle fabbriche alle aziende agricole, dai call center alle sale per concerti. Dati statistici confermano che un’esposizione equivalente a 85 DBA (decibel da apparecchio elettrico) per 35 anni lavorativi provoca il 15% di rischio che il lavoratore si ammali di ipoacusia (diminuzione dell’udito).
Ognuno di noi ha una diversa tolleranza ai suoni molto forti. Di conseguenza, ciò che può causare danni ad una persona, può non aver alcun tipo di effetto su un’altra.
L’esposizione quotidiana al rumore eccessivo sui luoghi di lavoro è la causa primaria di perdita uditiva nella popolazione in età lavorativa.
Il nostro apparato uditivo rileva i rumori sotto forma di onde sonore che le attraversano. L’orecchio contiene milioni di piccole cellule ciliate che agiscono trasformando i suoni che captano in vibrazioni. Tali vibrazioni passano attraverso l’orecchio, dove vengono convertite in segnali a loro volta trasmessi al cervello, il quale poi interpreterà questi segnali come discorsi o rumori.
L’eccessiva esposizione a livelli di rumore particolarmente elevati danneggia le cellule ciliate, rendendole incapaci di percepire questi suoni. Ciò incide significativamente sulla capacità uditiva.
I livelli del suono vengono misurati in decibel (db). Qualsiasi suono al di sopra degli 80 decibel viene è considerato potenzialmente dannoso. Più sono alti i livelli di decibel, più il suono risulterà forte. Ecco un esempio: un martello pneumatico raggiunge all’incirca 100 decibel, un livello considerato molto elevato e potenzialmente dannoso per l’udito.

TRAUMA ACUSTICO
Quando di parla di rumore correlato alla perdita dell’udito, si fa riferimento al caso in cui la capacità uditiva venga danneggiata a causa di una prolungata esposizioni al rumore. Tuttavia esiste un altro modo in cui l’udito può essere danneggiato, altrettanto serio, causato sempre da eccessivo rumore. Quest’ultimo, conosciuto con il nome di “trauma acustico”, si verifica quando un dipendente è soggetto a un rumore improvviso e acuto, come un’esplosione o un fischio con un tono particolarmente elevato.
Tale tipo di infortunio danneggia il timpano e può portare alla sordità permanente.

Il trauma acustico solitamente colpisce coloro che lavorano in un ambiente particolarmente rumoroso, ma si verifica soprattutto all’interno dei call center, dove i dipendenti indossano cuffie e ricevono chiamate da clienti spesso molto contrariati. Per esempio, un cliente con un comportamento scorretto potrebbe decidere di fischiare molto forte nel telefono producendo così un rumore che causerebbe dolore e danni all’udito del dipendente. Esiste un’alta probabilità che questo tipo di infortunio si verifichi sempre più frequentemente nelle predette attività lavorative.

RESPONSABILITÀ DEL DATORE DI LAVORO
Al datore di lavoro spetta la responsabilità di assicurarsi che i dipendenti siano protetti dagli eccessivi livelli di rumore, cosciente del fatto che livelli di suono esageratamente alti potrebbero causare seri danni all’udito e portare quindi ad una parziale o totale sordità.
Di seguito si elencano le principali norme per i DPI di protezione dell’udito:
› EN 352/1 cuffie
› EN 352/2 inserti auricolari
› EN 352/3 cuffie per elmetto
› EN 352/4 cuffie elettroniche
Il Decreto legislativo n. 277/91 sulle norme riguardanti la protezione dall'inquinamento acustico in ambiente di lavoro, fissa le soglie di rumore e gli obblighi del datore di lavoro:
› abbassamento del valore limite 3dB(A);
› valore medio giornaliero inferiore a 80 dB(A), rischio basso. Il datore di lavoro è tenuto a ridurre al minimo il rumore prodotto e deve comunque mettere a disposizione i dispositivi di protezione individuale (DPI);
› valore superiore a 85 dB(A). È obbligatorio l’utilizzo del DPI. Il datore di lavoro e l’RSPP, previa consultazione con l’RLS, scelgono il DPI idoneo e verificano il loro utilizzo;
› valore limite = 87 dB(A); valore che non si può superare nell’ambiente di lavoro, tenuto conto dell’abbattimento dato dalle eventuali soluzioni tecniche sulla fonte del rumore più quello del DPI. Maggiore attenzione agli aspetti di impulsività del rumore
› attuazione di alcuni obblighi relativi a valori soglia più bassi (delimitazione e segnalazione di aree a rischio, fornitura dispositivi di protezione eccetera).
› obbligo di redazione e attuazione di un programma di bonifica
Se un datore di lavoro non adempie ai detti obblighi o fornisce dispositivi di protezione inadeguate, il rischio per i dipendenti di incorrere nella perdita dell’udito aumenta.

Nel caso in cui le misure di sicurezza non venissero attuate o venissero messe in pratica in modo errato, la salute dei lavoratori sarebbe messa a rischio. In talcaso i lavoratori  potrebbero aver diritto ad una richiesta di risarcimento.

Conseguenze e risarcimento

Chi è stato esposto a livelli di rumore elevati durante la propria attività lavorativa ha un alto rischio di perdere l'udito. Se vi è un nesso causale tra il rumore elevato delluogo di lavoro e laperdità della capacità uditiva, è possibile procedere con una richiesta di risarcimento

L’udito è un mezzo di vitale importanza al fine della comunicazione e dell’interazione con il mondo che ci circonda, ma nel momento in cui viene danneggiato, la nostra capacità uditiva viene meno. Se la perdita di tale capacità è avvenuta a causa dell’eccessivo rumore nell’ambiente di lavoro, i danni potrebbero essere permanenti. Tutti ci aspettiamo che con l’avanzare degli anni il nostro udito possa gradualmente deteriorarsi, ma rischiare di perderlo totalmente in giovane età è tutt’altra questione. Vi sono anche altre complicazioni legate all’esposizione a rumori molto forti sul luogo di lavoro. La costante esposizione può portare, infatti, ad una condizione chiamata “acufene”, in cui il soggetto interessato percepisce fischi, trilli e ronzii. Tale condizione comporta un significativo aumento dei livelli di stress e può incidere sulla qualità della vita a tal punto da portare ad uno stato di ansia e depressione. La perdita della capacità uditiva può portare alla necessità di dover cambiare lavoro e, di conseguenza, a una serie di ripercussioni a livello finanziario sui dipendenti e sulle loro famiglie. Inoltre, se questa necessità comportasse anche una diminuzione del reddito, avrebbe importanti conseguenze sul tenore di vita delle famiglie, accrescendo ulteriormente i livelli di stress. Nel caso in cui si perda completamente la capacità uditiva a causa dei continui rumori a cui si è esposti nel proprio ambiente lavorativo, bisognerà fare i conti con questa nuova condizione e con tutti problemi ad essa correlati, come il dover acquistare un apparecchio acustico o imparare ad utilizzare il linguaggio dei segni.

La perdita dell’udito non è una condizione semplice con cui convivere e può facilmente portare ad uno stato di frustrazione, rabbia e, in alcuni casi, di depressione. Il risarcimento per i danni subiti non può restituire la capacità uditiva, ma può essere utilizzato per coprire le spese relative alle cure mediche e all’acquisto di apparecchi di ausilio che possono contribuire a migliorare la qualità della vita.

ETÀ
La capacità uditiva diminuisce con all’avanzare dell’età (presbiacusia). Un segnale che denota la progressiva perdita dell’udito potrebbe essere l’impossibilità di sentire una persona che parla o la necessità di alzare molto il volume della radio o della televisione per riuscire a sentirla. Questo normale processo vitale deve essere tenuto in attenta considerazionequandoi si decide di richiedere un risarcimento per danni subiti all’udito. Se comunque la perdita della capacità uditiva è correlata anche all’ambiente di lavoro, è possibile procedere con la richiesta.

Gli avvocati dello studio GDRLex, insieme ai medici specializzati in materia, possono aiutarvi a evidenziare il nesso causale tra i livelli di rumore presenti sul luogo di lavoro e la perdita di udito, nel caso, assistervi nella richiesta di risarcimento dei danni, danni fisici, economici e psicologici.

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