Chi subisce una lesione al lobo frontale possiede ancora una memoria relativamente intatta, l’abilità di fare calcoli e di comprendere ciò che legge ma perde il pieno controllo di tali funzioni.
I lobi frontali del cervello sono localizzati nella zona inclusa tra fronte e tempie e provvedono alla connessione di tutte le altre funzioni cerebrali. Essi ci permettono, inoltre, di migliorare la razionalità e, con essa, la pianificazione, il multitasking, la valutazione del rischio e la gestione delle interazioni umane sono tutte gestite dai lobi frontali.
A causa della loro localizzazione, i lobi frontali vengono spesso lesi negli incidenti traumatici. I lobi possono essere sospinti nella cresta ossea della parte anteriore del cranio, dando luogo a contusioni e lacerazioni. per la loro dimensione, i lobi frontali possono anche essere contorti e danneggiati in incidenti ad alta velocità.
La prima persona a essere studiata dopo una lesione al lobo frontale (causata dal perforamento del cranio con una verga di metallo a tre piedi) fu il minatore Phineas Gage. Gage riuscì a sopravvivere ed i medici che lo tenevano sotto osservazione riscontrarono che il lato istintivo della sua persona era andato fuori controllo. Da persona molto pacata, Phineas Gage si trasformò in una individuo chiassoso, violento e dedito al gioco d’azzardo. Per via di questo studio e centinaia di altri studi che lo hanno seguito, oggi è risaputo che gli aspetti comportamentali risiedono largamente nei lobi frontali. Pertanto, una lesione al lobo frontale, nel vero senso della parola, cambia un individuo dal suo “precedente io” ad una nuova personalità che, normalmente, ha caratteristiche peggiori di quella precedente.