Danni cerebrali: le cause

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I meccanismi di lesione al cervello sono vari e complessi. Gli avvocati di GRD LEX possono aiutarti a dimostrare che il danno cerebrale subito da te o da un tuo parente è la conseguenza di colpe altrui.

Incidenti stradali, cadute e lesioni sportive

Queste le cause più frequenti delle lesioni cerebrali

Nonostante il cervello venga sin da sempre considerato l’oggetto più complesso sulla terra, in realtà esso è molle e vulnerabile con una consistenza simile ad un budino.

Il trauma cerebrale determina un’improvvisa alterazione dello stato di coscienza detta commozione cerebrale: l’individuo potrebbe essere incapace a concentrarsi o essere confuso per pochi secondi o completamente privo di coscienza e cadere. Il cervello, tuttavia, è in grado di riprendersi da una commozione cerebrale. Quale sia la forza necessaria a causare un danno permanente al cervello è ancora oggetto di studio e quindi ancora poco chiaro. I pugili professionisti soffrono continuamente di danni al cervello. Si ritiene che la forza necessaria per provocare un danno cerebrale permanente sia compresa tra i 10 e i 50 g/s (forza di accelerazione). La forza di un pugno di un pugile professionista equivale a quella generata da una palla da bowling da 6 kg che viaggia a 30 Km all’ora, circa 50 g al secondo. Lasciandola cadere su una semplice sedia può generare fino a 10 g’ al secondo. I giocatori di football sono soggetti a 200 g’al secondo, e gli automobilisti da macchina da corsa sono stati soggetti anche a 80 g’s senza procurarsi danni permanenti (bisogna però considerare che i piloti di macchine da corsa indossano il casco).

I piloti di macchine da corsa, attraverso protezioni da applicare sul collo, riescono anche anche ad evitare od attutire il colpo di frusta. Il colpo di frusta è un evento particolarmente dannoso per il cervello. I picchi colpiscono con la loro testa gli alberi con 1200 g’s di forza senza soffrire di danno cerebrale. Ciò avviene perché nel beccare tengono le loro teste in linea con il loro corpo. La testa non ruota avanti e indietro in modo “si-no”. Se venisse reso obbligatorio qualche strumento per stabilizzare e proteggere la testa durante la guida, vi sarebbe un numero di traumi cerebrali da incidente stradale molto più ridotto.
Il cervello può subire danni da trauma in due modi: 1) la corteccia cerebrale può essere lesa o contusa quando la testa colpisce un oggetto solido (o un oggetto solido colpisce la testa); 2) la materia bianca, può subire danni assonali diffusi anche in assenza di urto contro un oggetto solido: nei colpi di frusta gravi gli assoni (cellule presenti all’interno del cervello) sono tirati a tal punto da venire danneggiati.
Le contusioni cerebrali tendono a verificarsi alle estremità dei lobi frontali e temporali dove essi distrutti all’interno del cranio. Il danno assonale diffuso si verifica più al centro del cervello dove gli assoni sono soggetti al massimo allungamento.

Trauma diretto

Qualsiasi forza in grado di penetrare o fratturare il cranio può causare danni severi al cervello. L’oggetto penetrante può danneggiare direttamente il cervello. La frattura può spingere le ossa nel cervello causando danni al suo tessuto. Danni cerebrali possono verificarsi anche a causa del propagarsi nell’encefalo (il contenuto della scatola cranica) delle onde d’urto generate in seguito all’impatto con l’oggetto solido.
Il trauma diretto al cervello può verificarsi quando il cranio colpisce, per esempio, il pavimento dopo una caduta o colpisce il volante in seguito ad un incidente automobilistico. Anche se in questi tipi di incidenti la calotta cranica potrebbe non essere penetrata o fratturata, le forze impartite al

cervello possono procurane il movimento ed una conseguente sua collisione con la parte internasuo movimento colpendo il cranio al suo interno. Ciò può causare contusioni ed emorragie. Il trauma, in questi tipi di incidenti, si verifica nelle parti del cervello più vicine al punto di impatto esattamente sul lobo frontale e temporale. In caso di trauma da impatto il cervello può anche essere lesionato sul punto opposto del colpo, una lesione conosciuta come contraccolpo. Questa lesione si verifica quando la testa in movimento colpisce un oggetto statico come per es. il parabrezza. In tal caso, la parte del cervello opposta al punto di impatto viene tirata via dal cranio, subendo lesioni.

Trauma indiretto

Uno studio scientifico ha rilevato un meccanismo di lesione al cervello ulteriore rispetto al trauma da impatto diretto al cervello. La nota Sindrome del Bambino Scosso ne è un esempio. Una scossa particolarmente forte allunga e danneggia

le cellule nervose fragili causando, a volte, lesioni importanti o anche la morte. Negli adulti, il colpo di frusta può determinare forze tali da far muovere il cervello e farlo urtare alle pareti della scatola cranica, con conseguenti danni permanenti.

Trauma assonale diffuso

È la principale causa di lesione cerebrale nel mondo

Sentiamo molto parlare di “sostanza grigia” e “sostanza bianca” presenti nel cervello. La sostanza grigia si trova nella parte più esterna del cervello (come in un’arancia la buccia). La sostanza bianca connette i diversi lobi e permette alle varie aree del cervello di comunicare tra loro. La sostanza bianca è composta di lunghe fibre nervose chiamate assoni, che sono rivestiti da una grassa molecola che funziona da isolamento. Gli assoni trasportano segnali elettrici alle altre parti del cervello molto velocemente.
Nell’antichità, gli uomini non potevano subire con facilità traumi tali da produrre danni cerebrali. Oggi, invece, la diffusione di alte costruzioni e di veicoli pesanti e ad elevata velocità rende il danno cerebrale molto più probabile. Ciò ha consentito alla scienza di studiare approfonditamente il trauma assonale diffuso.
Quando le forze sono impartite al collo e alla testa, specialmente le forze rotazionali, il tessuto cerebrale stesso viene attorcigliato, lesionato e stravolto. Ciò non accade in un’area del cervello specifica (conosciuta come “lesione focale”) ma in modo diffuso. Questo allungamento può lesionare gli assoni, soprattutto nel punto in cui la materia bianca si unisce con quella grigia, un’area conosciuta come “congiunzione grigio/bianca”.
Fino a poco tempo fa, era più difficile visualizzare il danno alla materia bianca attraverso risonanza magnetica rispetto ai danni alla sostanza grigia. Il recente avvento di DTI (sigla dell'inglese Diffusion Tensor Imaging) permette ai medici di determinare più accuratamente se la sostanza bianca è stata danneggiata o meno in un trauma cranico.
Grazie a queste scoperte fondamentali noi oggi sappiamo che il danno assonale diffuso è la principale causa di lesione cerebrale nel mondo. La precedente opinione medica era che il danno assonale diffuso veniva diagnosticato in persone

con una lesione cerebrale severa, che potevano aver avuto un periodo di coma. Comunque, ora che DTI ed altri strumenti più sensibili sono stati realizzati per indagare più accuratamente il cervello dopo il trauma, sappiamo che danno assonale diffuso si verifica in tutti i tipi di lesione cerebrale (da leggera, a moderata fino a severa). È importante osservare che Tac e RM o rx non colgono il trauma assonale diffuso nella materia bianca, ma solo il DTI. Un’ulteriore causa di lesione cerebrale può dipendere dall’alta velocità (una caduta da un’altezza elevata o incidente automobilistico ad alta velocità). Si parla, in proposito, di “stress isotropo”. Mentre il trauma assonale diffuso riguarda la deformazione o l’allungamento del tessuto cerebrale, che dà luogo a lacerazione, lo stress isotropo causa un danno attraverso un “impulso” o “onda pressoria” che si propaga nel cervello ad una velocità straordinaria. Il danno è causato da un cambio improvviso nella densità all’interno della cellula cerebrale. L’istantanea compressione causa un danno alle strutture interne delle cellule cerebrali.
In medicina, il concetto di danno assonale diffuso è ancora controverso. Ciò non dovrebbe sorprendere se si considera che nei libri di testo di neurologia si è cominciato a parlare di danno assonale diffuso solo dopo il 1985. Per questo motivo i medici più anziani tendono a ritenere che se qualcuno sta è in grado di camminare e parlare non può avere una lesione cerebrale organica e che eventuali disturbi dovrebbero imputarsi solo a cause di tipo “psicologico” ed essere trattati di conseguenza. Questo tipo di orribile trattamento dei lesionati cerebrali era frequente nel passato. La medicina, oggi, è invece più attenta alle conseguenze, anche serie, delle lesioni cerebrali moderate e lievi.

Lesione cerebrale cellulare secondaria

Una lesione o trauma al cervello colpisce il movimento molecolare e, come reazione, può comportare cambiamenti ormonali

In passato, si pensava che il danno al cervello durante un incidente o esplosione riguardasse solo il momento dell’evento traumatico e che da allora in poi seguisse solo la guarigione. Sfortunatamente, noi oggi sappiamo che non è così. Venti o trent'anni fa è divenuto noto che una lesione o trauma al cervello colpisce il movimento molecolare ed apporta cambiamenti ormonali come reazione all’evento. Sfortunatamente, molte di queste reazioni chimiche sono distruttive e causano continue lesioni per settimane o anni.

Come accade ciò? Il cervello ha il suo proprio modo di interagire con virus, traumi o materiali esterni. Il resto del corpo dipende largamente dalle cellule-T che attaccano gli invasori e pongono rimedio.

Quando queste cellule vengono attivate dal trauma, esse tendono a rimanere attive per anni durante i quali attaccano le cellule cerebrali sane o a sanare quelle rovinate. In risposta al trauma, le cellule producono una grande quantità di calcio che diviene tossico per le regioni del cervello. Il delicato equilibrio delle diverse molecole organiche fondamentali per la funzione cerebrale viene distrutto dopo il trauma. Recenti studi hanno suggerito che questo disequilibrio continua per almeno diciotto anni nei pazienti lesionati. Alcuni di questi squilibri può essere notato attraverso un esame chiamato spettroscopia. La linea di fondo è che il soggetto leso può peggiorare in breve tempo. Ciò è dovuto, in parte, al ritorno alla vita di tutti i giorni, invece di riposare, ed, in parte, al danno secondario al cervello.

Lesione per mancanza di ossigeno

Bastano pochi minuti senza ossigeno per determinare gravi danni al cervello

Le nostre menti utilizzano una grande quantità di ossigeno corporeo, quando il cervello ne diviene privo questa condizione prende il nome di anossia. L’anossia può verificarsi in caso di annegamento, attacco cardiaco in cui il battito cardiaco si è fermato e non c’è CPR o in altre circostanze. Se non si ottiene l’ossigeno entro otto minuti, ci sarà presumibilmente danno al cervello. Dai dieci ai dodici minuti, è probabile che qualche danno severo al cervello verrà subito.

Ipossia, invece, è la condizione di ridotta o insufficiente quantità di ossigeno per un periodo di tempo, di nuovo questo potrebbe accadere durante un attacco di cuore o un’esposizione a qualcosa come monossido di carbonio. Danno da ipossia è spesso visto nell’ippocampo, l’area del cervello che genera ricordi. Qualche prodotto chimico tossico può attaccare l’ossigeno corporeo e causare danni cerebrali dalla mancanza di ossigeno dipendente dalla durata di esposizione ed il grado di esposizione. Questa esposizione è chiamata “la dose”.

Trauma cerebrale di secondo tipo

In aggiunta al danno neurale diretto, la lesione al cervello può anche risultare come un fenomeno secondario con conseguenti danni alle strutture non neurologiche

Edema. È un rigonfiamento del cervello. Il gonfiore diventa dannoso quando causa un aumento della pressione intracranica tale da impedire al sangue - il quale fornisce glucosio e ossigeno al cervello – di entrare nella scatola cranica. Una pressione intracranica elevata può essere alleviata attraverso la medicazione o in casi più severi forando il cranio per rimuovere una certa quantità di fluido cerebrospinale.

Ematoma. È una raccolta di sangue dovuta alla lesione del tessuto o alla rottura di un vaso sanguigno. La Tac è un esame efficace al fine diagnosticare perdite di sangue. Il sanguinamento all’interno del cervello dopo il trauma può verificarsi nei giorni seguono la dimissione del paziente dal pronto soccorso. La dura madre è una membrana resistente che riveste l‘intero cervello ed il midollo spinale. Il coagulo di sangue che si sviluppa fuori al di fuori di tale membrana, tra il cranio ed il rivestimento stesso è conosciuto come ematoma epidurale. Il cervello è avvolto anche da una fina e sottile membrana chiamata aracnoide.

Tra quest’ultima ed il cervello si trova il liquido cerebrospinale. La raccolta di sangue nel fluido cerebrospinale, tra l’aracnoide e il cervello, è noto come emorragia sub-aracnoidea.

Idrocefalo e Igroma. Sono raccolte di fluido intorno e all’interno del cervello. Le cavità interne del cervello, chiamate ventricoli, contengono liquido cerebrospinale, che circola dai ventricoli superiori alla superficie del cervello, dove il fluido viene assorbito. Se il sangue in qualche modo entra nel liquido e blocca i siti di assorbimento, il fluido risalirà nei ventricoli, allargandoli e creando una condizione nota con il nome di idrocefalo. Se la pressione all’interno dei ventricoli diviene eccessiva (rischiando di danneggiare il cervello), un cannula dovrebbe essere inserita nei ventricoli per ridurre la pressione. L’igroma è un accumulo di fluido localizzato generalmente nello spazio subdurale. Sa pressione nell’igroma spinge eccessivamente sul cervello potrebbe rendersi necessario un intervento chirurgico volto a diminuirla.

Diagnosticare la lesione

La perdita di coscienza non è un requisito per diagnosticare una lesione cerebrale

Storicamente, il criterio più importante per determinare se si fosse verificata la lesione cerebrale, era la nozione di perdita di conoscenza (LOC).
I risultati di ricerche svoltesi negli ultimi vent'anni hanno rilevato che la perdita di coscienza non è un requisito necessario della lesione cerebrale.

Essere incosciente. Sfortunatamente, è difficile per persone sole determinare se hanno perso conoscenza o meno. Molte compagnie assicurative saranno riluttanti a risarcire o credere che si è in presenza di danno cerebrale se non c’è stata una documentata perdita di conoscenza.

Amnesia post traumatica. Si verifica spesso, dopo il trauma, la perdita di memoria di eventi precedenti la lesione (amnesia retrograda) e successivi alla lesione (amnesia anterograda).
In generale, il paziente con periodi più lunghi di amnesia post trauma tende ad avere diverse lesioni gravi. Studi hanno dimostrato che i soggetti danneggiati non sono capaci di stimare la propria durata di amnesia (Gronwall 1980). Comunque, i famigliari dovrebbero prendere nota di ogni amnesia retrograda e anterograda ed annotare i miglioramenti.

Commozione cerebrale. È un’alterazione dello stato di coscienza successiva al trauma. L’insieme dei sintomi che seguono una commozione è chiamato sindrome post commozione (PCS) ed include nausea, mal di testa, vertigini, disorientamento, irritabilità, depressione, insonnia, perdita della libido, stato di agitazione, perdite di memoria, vomito. Molti casi di PCS si risolvono dopo pochi mesi, ma il 20% dei casi può essere coinvolto in problematiche che richiedono più tempo per la guarigione.

Encefalopatia. È un disturbo della funzione cerebrale che indica qualcosa di non funzionante in entrambi i lati della materia grigia del cervello. Segni di encefalopatia includono: stordimento, confusione, perdita di memoria, disattenzione, agitazione e aggressività. Un’encefalopatia verificatasi solo dopo un trauma cranico, indica che il cervello non funziona appropriatamente. Ciò non necessariamente significa che la disfunzione sia permanente.

Segni neurologici focali. Sintomi che permettono al dottore di concludere che una specifica parte del cervello non è funzionante.

Convulsioni. Le cellule nervose comunicano con le altre attraverso segnali elettrici e chimici. Un nervo invia una scarica elettrica lungo il suo assone per stimolare un altro nervo distante. La stimolazione, in realtà è fatta chimicamente. Quando la scarica elettrica raggiunge la fine dell’assone, l’elettricità fa sì che l’estremità dell’assone emetta un neurotrasmettitore chimico all’area ricettrice della seguente cellula nervosa. L’epilessia si verifica quando tale processo avviene in maniera eccessivamente rapida e disordinata, con possibile perdita di conoscenza, svenimento e convulsioni. Le stesse scariche incontrollate nell’area focale del cervello potrebbero causare al paziente di sentire o fare ciò che l’area focale normalmente controlla. Queste convulsioni focali o parziali potrebbero manifestarsi come sintomi ricorrenti: sonnolenza, paura, ansia, salivazione, inabilità nella parola.

Perl. Il personale medico visita un paziente con trauma cranico per vedere se le Pupille sono Uguali e Reattive alla luce. Pupille differenti o non reattive in un paziente comatoso dopo un trauma possono comportare un aumento dannoso nella pressione intracranica dovuti all’ematoma, gonfiore e idrocefalo. L’intervento chirurgico in urgenza è spesso necessario per ridurre l’elevata pressione.

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