Un pensionato, a causa di incidente stradale, perdeva la moglie e subiva gravi lesioni.
Il signore stava guidando la sua auto, con la moglie seduta accanto a lui nel sedile del passeggero, quando un veicolo che viaggiava nella direzione opposta attraversava il lato sbagliato della strada. Il pensionato non poteva evitare la macchina in arrivo e la collisione dei veicoli.
L'uomo subiva una serie di lesioni ortopediche, tra cui frattura pelvica per entrambe le gambe con necessità di intervento chirurgico. L'infortunato rimaneva ricoverato in ospedale per più di quattro mesi nei quali è stato sottoposto ad un ciclo di fisioterapia. Inoltre, a causa delle sue lesioni, doveva sottoporsi ad intervento di protesi all'anca.
Il cliente pativa un trauma psico-fisico per la perdita della moglie e dell suo affetto. In particolare, sviluppava sintomi residui che gli impedivano di svolgere lavori volti ad integrare la pensione e di occuparsi della propria casa. L'invalidità conseguente all'infortunio gli impediva di tornare al suo passatempo preferito, il ciclismo, e di guidare l'automobile.
Il danneggiato, dopo un tentativo di conciliazione, citava in giudizio la compagnia assicuratrice del conducente dell'altro veicolo. Successivamente alla CTU il danneggiato, con l'assistenza dei sui legali, riusciva ad effettuare una conciliazione ottenendo il risarcimento per le lesioni permanenti subite e per la perdita della moglie (perdita di rapporto parentale).